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Tutto è raccontato con il consueto umorismo di Lanthimos, quello visto in Il sacrificio del cervo sacro, The Lobster e La favorita, anche se è un po’ meno efficace del solito. Questa è una storia fantastica in forma leggera, nella quale Emma Stone dà benissimo corpo e anima alla potenza liberatrice del sesso, lei che solitamente non lavora su quelle corde (quelle della passione carnale) invece centra lo spirito di un corpo gaudente e potente. Come sempre nei film di Lanthimos infatti il sesso è esso stesso una forma di potere e controllo, uno che stavolta la protagonista riesce a ribaltare a suo favore. È lei che non avendo schemi mentali controlla gli uomini, anche quelli sessualmente potenti, come il personaggio interpretato dal solito eccezionale Mark Ruffalo con tantissime sfumature e piccoli dettagli di vanità o stupidità che lui ha la bravura di saper unire a un’aria da dandy che può affascinare una donna con la testa di una ragazzina. Eccezionale.
È il film in sé a deludere. La sua idea formidabile si spegne in un esito molto convenzionale e decisamente terra terra: la famiglia è una gabbia che contiene in piccolo tutte le forme di prevaricazione sociale e violenza che sono proprie della società; è necessaria una piccola rivoluzione per ribaltare tutto; e la conoscenza del mondo a partire dalla propria vagina (o attraverso essa) porta a questa liberazione. Povere creature! non ha davvero nulla di suo da aggiungere o dire su questi ragionamenti ordinari e l’abuso continuo di scenografie in computer grafica di gusto non sempre impeccabile, unite a costumi che parlano di fantasie surrealiste senza che poi queste si trovino nel film (e allora perché?) gli danno un’aria pomposa che non può permettersi.
Tutto il buono delle interpretazioni, dell’umorismo un po’ ingessato (simile a quello di Wes Anderson) e delle tante idee può arrivare solo fino ad un certo punto, oltre quello Povere creature! si deve arrendere di fronte alla sua stessa inconsistenza. Quando verso la fine torna l’idea che l’inadeguatezza sentimentale possa portare le persone a diventare animali, è difficile non pensare a The Lobster e allo spauracchio dei personaggi di quel film, difficile non pensare a come queste idee tipiche di Lanthimos trovassero in quella messa in scena e in quella scrittura lì la valorizzazione che meritano.