sabato, Ottobre 5, 2024

Officina Stellare ha gli occhi rivolti al futuro dello spazio

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Rimanere solo rivenditori, però, è cosa presto andata stretta. In breve l’intuizione cambia, facendo capire a Bucciol e a Dal Lago che le cose si possono fare in modo diverso, il proprio: “iniziammo a metterci del nostro, inaugurando, senza saperlo, una cavalcata che ci portò presto alla produzione di telescopi”. Il primo cambiamento significativo arrivò nel 2005: “Ancora con Astrotech decidemmo di fare il primo viaggio negli Stati Uniti per introdurci in un mercato che sembrava promettente per tecnologie come le nostre. Partecipammo alla prima fiera per incontrare i clienti, sapendo che, da italiani, l’unica nostra possibilità era puntare sulla qualità. Da quel momento gli Stati Uniti sono diventati una parte importante della nostra storia, tanto da fondarci una sede, a Washington. Nel 2009 facemmo un altro passo importante: Astrotech diventò ufficialmente Officina Stellare un nome con cui volevamo rimarcare le nostre origini. Fu un anno significativo anche perché al progetto si aggiunse un terzo socio, l’attuale presidente Riccardo Gianni, e perché creammo una rete di dealer in tutto il mondo per avere maggiore visibilità”.

La prima commessa importante, per la realizzazione di una serie di telescopi per il tracciamento della spazzatura spaziale, arrivò nel 2012 da Airbus e fu di poco successiva alla commissione per il telescopio usato nella missione Sofia, acronimo di Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy.

Fu nel 2015, però, che Officina Stellare fece un salto decisivo anche nell’approccio, deputato stricto sensu all’innovazione: “in una dozzina di mesi realizzammo un telescopio per l’osservazione della Terra in alta risoluzione. Sebbene all’inizio non sapessimo nemmeno bene di cosa si stesse parlando, costruimmo lo strumento, peraltro non piccolo – classe 40 centimetri – e capace di alte prestazioni. Al primo tentativo riuscimmo in un’impresa complicata e il risultato ci aprì definitivamente al mondo della new space economy, portandoci, nel 2019, alla quotazione in Borsa” (Mercato: Euronext Growth Milan, ndr).

Sottolineatura che, via da più o meno nostalgici tuffi nel passato, racconta la “cavalcata” attraverso le cifre attuali: rispetto all’esercizio precedente, Officina Stellare ha chiuso il 2022 con un incremento del valore della produzione e dei ricavi, rispettivamente, del 30% e del 64%, e con un Ebitda di quasi due milioni e mezzo di euro. Nel primo trimestre 2023, il portafoglio ordini ha superato i 31 milioni di euro (escludendo quelli in corso di contrattualizzazione) e i ricavi hanno segnato un incremento del 74% anno su anno. Non è un caso l’azienda stia assumendo, con l’intento di portare gli attuali 80 impiegati ad almeno cento entro pochi mesi.

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