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Domenica 3 settembre, quando la notizia dei burner intrappolati dalla pioggia ha cominciato a circolare, le reazioni sono diventate più aspre. In una popolare clip di TikTok, poi cancellata, Alex Pearlman, che sul social usa l’handle @pearlmania500, ha accusato i partecipanti di contribuire al cambiamento climatico “costruendo una città temporanea nel bel mezzo del nulla“.
Fake news e valori traditi
Questo genere di cose – un’invettiva contro i tech bro che popolano il Burning Man pubblicata su un social network e poi condiviso su altre piattaforme – è essenzialmente il nocciolo della questione e l’aspetto ironico dell’evento nel 2023. Per anni, il festival è stato – e continua a essere – il parco giochi degli utopisti della tecnologia, il luogo in cui staccare la spina e raggiungere l’illuminazione. Larry Page e Sergey Brin scelsero Eric Schmidt come amministratore delegato di Google in parte per la sua frequentazione del festival. Ma con il miglioramento della connessione mobile nel sito dell’evento (nel 2016, nuovi ripetitori cellulari hanno reso il deserto collegato come non mai), dal Burning Man hanno iniziato ad arrivare sempre più informazioni in tempo reale.
Quest’anno, questo ha portato alla diffusione di diverse fake news, dice Matthew Reyes, che dal 2013 gestisce come volontario la diretta streaming ufficiale del Burning Man. Reyes non è andato all’ultima edizione dell’evento, ma ha dato una mano da casa sua, in Ohio. Racconta di aver dovuto chiedere la rimozione di diversi streaming falsi che si spacciavano per dirette del Burning Man. È solo un esempio della disinformazione che circola intorno al festival, come la voce poi smentita di un’epidemia di Ebola all’edizione quest’anno, diffusa da alcuni utenti con la spunta blu su X. Gli strumenti spesso usati dai partecipanti per condividere le loro avventure questa volta hanno presentato l’evento come un pantano.
“Tutti i social media girano intorno solo ai soldi, agli annunci pubblicitari personalizzati o qualsiasi altro sistema di monetizzazione“, afferma Reyes, che sostiene che il dibattito su internet abbia ingigantito quanto accaduto al Burning Man di quest’anno e che spesso le cose dette per scherzo sulla Playa possono essere fraintese sui social. Reyes aggiunge che molti media hanno ulteriormente distorto i fatti relativi al festival di quest’anno riportando i contenuti che diventavano popolari sulle piattaforme.