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Il domani si è fatto incerto e anche la diffusione dell’intelligenza artificiale gioca un suo ruolo rilevante nella scrittura dei “molti futuri che ci attendono”. Lo conferma il Rapporto Coop 2023, presentato a Milano dal gruppo della grande distribuzione e specchio di un’Italia che guarda con preoccupazione a numerose emergenze che disegnano un quadro a tinte fosche, tra conflitti geopolitici, accelerazione del cambiamento climatico, mutamenti demografici, fenomeni economici poco virtuosi.
Il rapporto, come ogni anno, prova a raccontare le dinamiche in atto e si concentra sulle percezioni e sulle modalità con cui gli italiani reagiscono a questo nuovo contesto, nelle opinioni e nel cambiamento di valori. L’edizione 2023 si avvale di due diverse survey: la prima ha coinvolto un campione di mille italiani rappresentativi della popolazione over 18, la seconda si è rivolta ad un panel della community del sito italiani.coop e ha coinvolto 680 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto.
Tra i cambiamenti percepiti rientra l’accelerazione portata dall’intelligenza artificiale: il 61% dei manager intervistati è convinto che si tratti di un passaggio di natura epocale, paragonabile all’avvento del web o all’introduzione dell’energia elettrica. Davanti a un mercato globale in forte crescita, entusiasmi e scetticismi si alternano, ma in larga parte la visione è positiva se il 60% degli intervistati crede che questo tipo di apporto innovativo faciliterà nei prossimi 3-5 anni la vita di ogni giorno.
Le grandi domande sulla capacità di integrare virtuosamente l’Ai, non solo a livello etico, ma anche nel sistema economico, restano: la perdita di posti di lavoro (secondo il report uno su 4 potrebbe essere sostituito dall’intelligenza artificiale generativa) è un rischio concreto, che si abbatte in particolare sui lavori d’ufficio ma, come dimostra la protesta a Hollywood, anche su quelli considerati creativi e intellettuali.
Dato curioso, il Rapporto Coop si avvale per alcune sue parti, come spiegato alla presentazione, dell’ausilio dei nuovi programmi di intelligenza artificiale generativa tra cui ChatGpt, Bard e Midjourney. Alle preoccupazioni sui cambiamenti suscitati dall’Ai e dall’impatto sul mondo del lavoro, si accompagnano anche quelle sul clima e sul futuro del Paese. Un 14% di italiani sono convinti ormai che non ci sia più nulla da fare mentre un 19% lo ritiene un’emergenza reale ma sostiene, in maniera errata, che non ci sia un legame con le attività umane. Le grandi imprese e gli organismi internazionali sono le realtà da cui ci si aspetta risposte, quasi a ridimensionare il ruolo di cittadini, famiglie e istituzioni locali dal giusto apporto alla causa.