sabato, Ottobre 5, 2024

Intelligenza artificiale, l'ansia è in crescita

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Nel corso dell’ultimo anno è probabile che vi sia capitato di discutere con amici, familiari e colleghi dell’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa, di come questi nuovi strumenti siano in grado di creare testi e immagini convincenti, e forse anche dell’entusiasmo e della paura che circonda la tecnologia. Ora però una ricerca recente rivela che i timori alimentati dai possibili effetti nocivi dell’AI stanno superando l’effetto sorpresa suscitato dalle sue possibili applicazioni.

Secondo un sondaggio del Pew Research Center condotto su oltre undicimila adulti negli Stati Uniti, infatti, la maggioranza degli americani afferma che l’apprensione dovuta alla presenza dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana sia maggiore dell’entusiasmo nei confronti della tecnologia. I nuovi risultati arrivano in un momento in cui sempre più persone fanno caso alle notizie sull’AI. Il Pew Research Center ha già condotto questo sondaggio due volte in passato e riferisce che il numero di individui che si dicono più timorosi che entusiasti rispetto alla tecnologia è passato dal 37% del 2021 al 52% registrato questo mese.

Il rapporto tra ansia ed eccitazione varia a seconda dei diversi casi d’uso dell’intelligenza artificiale. Alla domanda su cosa pensassero dell’utilizzo dell’Ai da parte della polizia a scopi di sicurezza pubblica, circa la metà degli intervistati ha dichiarato di non poter fornire una risposta certa, mentre il resto si è equamente diviso tra chi sostiene che la tecnologia sarebbe utile e chi dannosa. Molte più intervistati ritengono che l’AI aiuterebbe i medici a garantire cure di qualità ai pazienti, ma con riserve circa alcune applicazioni specifiche nel settore. Molti probabilmente non si sentirebbero a proprio agio se fosse un algoritmo a prendere le decisioni che potrebbero potenzialmente determinare la vita o la morte di un paziente.

Secondo il Pew Research Center i timori maggiori riguardano la sicurezza, come evidenziato dai risultati relativi alla domanda sull’impatto della tecnologia sulla privacy delle proprie informazioni personali. Le risposte sono in linea con le richieste di attivisti, esperti politici e ricercatori statunitensi che vogliono proteggere i diritti civili e responsabilizzare le aziende e i governi che utilizzano l’Ai.

Un impatto dell’intelligenza artificiale sulla vita quotidiana che il sondaggio non ha approfondito riguarda il mondo in cui la tecnologia potrebbe favorire o meno la discriminazione. Anni di prove dimostrano che i sistemi AI possono rafforzare o amplificare il razzismo, il sessismo o la discriminazione contro i poveri e i membri della comunità Lgbtq+. Allo stesso tempo però l’AI può essere utile proprio per individuare i pregiudizi e prevenire la discriminazione. A questo proposito, Sennay Ghebreab, direttore del laboratorio di ricerca sull’Ai dell’Università di Amsterdam, ha dichiarato a Wired l’anno scorso: “Ho lavorato su questo argomento per un decennio e posso dire che, sebbene possa rivelarsi dannosa per le persone, l’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità per scoprire i pregiudizi nascosti nella società”.

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