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Raffaello o non Raffaello? Riconoscere l’autenticità di un’opera d’arte è tutt’altro che semplice, e non sempre fornisce risultati esatti, neppure quando a elaborarli è l’intelligenza artificiale. È quello che sta accadendo con la cosiddetta “battaglia delle AI”, in cui a sfidarsi sono due gruppi di ricerca che stanno interrogando la tecnologia circa la paternità del Tondo de Brécy. Attualmente in mostra alla Cartwright Hall Art Gallery, l’opera è stata attribuita da un gruppo di ricercatori a Raffaello e da un altro a un pittore sconosciuto.
Avendo sottoposto il tondo al riconoscimento facciale, che ne ha confrontato i volti della Madonna e del bambino con quelli della pala d’altare della Madonna Sistina di Raffaello, i ricercatori delle università di Nottingham e Bradford sono arrivati alla conclusione che “è molto probabile che i due dipinti siano stati creati dallo stesso artista”. Una conclusione che deriva dal fatto che l’AI ha riconosciuto una somiglianza tra le figure della Madonna pari al 97%, “mentre il confronto del bambino in entrambi i dipinti ha prodotto una somiglianza dell’86%”. Un risultato che, stando a quanto riferito dal professor Hassan Ugail, – direttore del Centro di Visual Computing dell’Università di Bradford -, può ritenersi quasi certo, dato che il modello AI utilizzato per il riconoscimento facciale è in grado di guardare “molto più in profondità in un’immagine rispetto all’occhio umano, confrontando dettagli come pennellate e pigmenti”.
Ben diverso, invece, il risultato fornito dal nuovo studio della dottoressa Carina Popovici, una scienziata di Art Recognition – una società svizzera con sede vicino a Zurigo -, secondo cui ci sarebbe ben l’85% di probabilità che il Tondo de Brécy non sia stato dipinto dal grande maestro del Rinascimento. In questo caso, l’AI ha analizzato più di 500 opere di artisti diversi, tra cui Veduta di Het Steen al mattino presto di Rubens, che ha dimostrato una somiglianza pari al 98,76% con i soggetti del tondo. Una sfida bella e buona, quindi, che lascia alquanto perplessi gli esperti del settore, che continuano a domandarsi se davvero l’autenticazione di un’opera d’arte di tanta importanza possa essere affidata a un algoritmo.