sabato, Ottobre 5, 2024

Robot made in Italy che coltiva piccoli orti

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La gestione di ogni operazione avviene in remoto. Il robot è alimentato dalla rete elettrica ma può funzionare con pannelli solari con un’autonomia di 4–8 ore. Il software consente una programmazione puntuale di ogni dettaglio ed è capace di stabilire indici di produttività. Il robot ha già consentito di ottenere un rigoglioso orto con broccoli, cavoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, insalate di vario tipo, finocchi, erbe aromatiche, prezzemolo e fiori, risparmiando anche il 30% di acqua. L’obiettivo di questo sistema è di ridurre le ore di lavoro degli agricoltori.

Alfieri sottolinea che si tratta di un prototipo del valore di circa 60mila euro e che in questa fase la priorità è trovare aziende partner con cui procedere con la sua industrializzazione: “Questo è un esempio applicativo che stiamo sperimentando in Valle d’Aosta ma può essere personalizzato per colture specifiche come quelle dei porri o le melanzane. La nostra scommessa è che un prodotto pronto per il mercato possa consentire alle aziende agricole di ripagarsi tutto in due o tre anni, anche grazie alla finanza agevolata“.

Come nasce il progetto

Hortobot è uno dei tanti progetti germogliati in seno alla Fondazione Dig421 e Tesisquare. Per comprendere la genesi però bisogna fare un passo indietro. Tesisquare è stata fondata nel 1995 dall’imprenditore braidese Giuseppe Pacotto e oggi è una delle aziende leader nel settore della supply chain e digital supply chain: fra i clienti ci sono Conad, De’Longhi, Samsung, Dhl, Geox, etc. Due anni fa l’idea di creare uno spazio collaborativo non profit ­– da duemila metri quadrati – dedicato alle imprese, all’innovazione e alla nascita o coinvolgimento di startup: appunto Digital Innovation Gate per il 21° secolo, Dig421.

Abbiamo sposato l’idea dell’open innovation perché è l’unico modo per far fronte agli eventi inaspettati e soprattutto mantenere le antenne alzate in ogni ambito. Noi investiamo molto in ricerca e sviluppo, ma mettendo in gioco il territorio possiamo fare squadra con le altre imprese e fornire anche una risposta ai giovani che stanno completando il ciclo di studi e saranno destinati a confrontarsi con nuovi lavori“, spiega Pacotto.

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