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Ci sono registi incapaci di parlare con le nuove generazioni, e poi c’è Carlo Verdone che non solo con i giovani dialoga volentieri (soprattutto via social) ma li include nei suoi progetti. Come la seconda stagione della serie Vita da Carlo, dal 15 settembre su Paramount +, addirittura migliore della precedente. Scritta e diretta in modo più efficace, diverte e consente di entrare a fondo nel mondo di Verdone, in un curioso mix tra autobiografismo e finzione comica. Sangiovanni e Ludovica Martino sono le giovani new entry della serie: “I film di Verdone sono molto amati dalle nuove generazioni: sono dei must, non passano mai di moda”, dice a Wired Ludovica, raccontando di essere cresciuta a pane e Viaggi di Nozze. Nel film interpreta se stessa che per il film autoriale di Verdone deve calarsi nel ruolo Maria Effe: “Una prostituta amata (platonicamente) da Carlo”. In realtà si è divertita a prendersi molto in giro: “Mi sono trasformata in diva capricciosa, e insopportabile: una grandissima birbante”. “Sei stata una str**za, dillo”, scherza accanto a lei Sangiovanni. “Sono stato bullizzato da Ludovica Martino”.
Nella serie anche lui interpreta una versione di se stesso: “Mi vedrete insicuro, timido, impacciato, ansioso, in costante dubbio su tutto, sempre in bilico e poco equilibrato. Ma anche molto spontaneo e vero”. Quante cose sue ha messo nella serie? “Tante. In un episodio faccio una sorta di terapia con Carlo in cui racconto cose che mi sono successe davvero nella vita”. Verdone sul set lo ha aiutato tantissimo: “Apprezzavo già il suo cinema, specie la sua cifra più malinconica e riflessiva alla Compagni di scuola. Non lo conoscevo, l’ho incontrato per la prima volta in un ristorante e mi ha detto che a differenza di quanto accade nella serie mi aveva scelto lui veramente, non il produttore! Mi ha supportato molto e dato tantissimi consigli che definirei insegnamenti, senza mai farmi sentire quello che viene dalla musica e non sa recitare”.
Il loro desiderio verdoniano impossibile? “Riportare in vita la Sora Lella, sarebbe stato bello un film tutto su di lei”, esclama Martino. “Io invece vorrei vedere al cinema la vera storia di Carlo e Maria Effe”, aggiunge Sangiovanni.