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Per scoprire come si progetta un set Lego lo abbiamo chiesto a uno dei designer più celebri e noti dell’ambiente ovvero Justin Ramsden, che ha lavorato a centinaia di costruzioni diventate best seller, incluso i recenti Stranger Things: The Upside Down (Sottosopra) e l’Edizione Collezionista della Banca dei Maghi Gringott della serie Harry Potter. Abbiamo incontrato Justin presso il Lego Store di Milano, Piazza San Babila, assieme a al collega Peter Kjærgaard specializzato nelle grafiche, adesivi e minifigures in occasione dell’evento Incontra il Designer dello scorso 10 settembre.
“Fondamentalmente, non sono mai cresciuto”, commenta Justin Ramsden quando ci rivela il suo approccio molto analogico e poco digitale alla creazione dei nuovi set Lego, preferendo spargere sul pavimento centinaia di mattoncini standard da combinare seguendo certo gli schizzi e i disegni preliminari, ma lasciando anche spazio alla fantasia. “I metodi cambiano da designer a designer, c’è chi ha un approccio più tech utilizzando il computer e i simulatori sin da subito, io preferisco stare seduto a terra, montando e smontando per provare varie combinazioni. Passo al computer solo in una fase successiva per testare se siano ben chiare le indicazioni per il montaggio e per progettare e organizzare la scatola finale”.
Per il gigantesco set della Banca dei maghi Gringott (429,99 euro sullo Store) la sfida ha richiesto anche uno studio ingegneristico della struttura, visto che è a forma di clessidra, con la parte superiore che riproduce fedelmente l’edificio della banca in perfetto stile londinese, mentre la parte inferiore ospita la discesa verso il caveau e le stanze blindate nel sottosuolo e la connessione è una parte sottile, che doveva reggere bene il peso e resistere anche a (piccoli) urti involontari senza crollare. “Di solito la realizzazione del progetto di un set richiede dall’anno e mezzo ai due anni. In questo caso abbiamo iniziato coi primi schizzi nel 2020 e ho lavorato a stretto contatto con il mio amico e collega George Gilliatt”, prosegue Justin, raccontandoci come i due designer abbiano confezionato un modellino in scala 8:1 preliminare di massima, poi un secondo leggermente più grande, scatenando subito un grande entusiasmo, “Io mi sono occupato della parte superiore e George di quella inferiore, poi ci siamo scambiati i ruoli e dunque abbiamo proseguito assieme per perfezionare la struttura portante che doveva essere molto solida data la base non così grande”.