sabato, Ottobre 5, 2024

IgNobel 2023, i vincitori dei premi più pazzi della scienza tra geologi che leccano le pietre e sessualità delle acciughe

Must Read

Questo articolo è stato pubblicato da questo sito

Siamo arrivati alla trentatreesima edizione. Non possono vantare la storia e il pregio dei Nobel, ma di sicuro anche loro, gli IgNobel sono destinati a una certa popolarità. Il motto rimane sempre quello: la scienza che prima fa ridere e poi pensare. Bizzarro è tutto quello che ruota intorno ai popolari premi che precedono di qualche giorno i Nobel. Per dire, quest’anno, durante la cerimonia ci sono state interessanti lecture da parte di esperti e ricercatori della durata di 24 secondi e di 7 parole. Ma a tener banco durante la cerimonia dell’Annals of Improbable Research ideata da Marc Abrahams e sono stati, soprattutto, loro, i premi. E qual è la migliore ricerca improbabile premiata nel 2023? Ve la mostriamo di seguito (spoiler, quest’anno, purtroppo, l’Italia torna a casa a mani vuote a differenza delle precedenti edizioni).

Geologia gourmet

Jan Zalasiewicz arriva dalla University of Leicester, nel Regno Unito, e si incassa il premio per Polonia e Regno Unito per aver spiegato sapientemente “perché ai geologi piace leccare le rocce”. Raccontava infatti egli stesso nel 2017 in un articolo dal titolo abbastanza eloquente (Eating fossils) come leccare le rocce – ma all’occasione anche bruciarle, bollirle – fosse una parte, forse un po’ datata e non esente da rischi, di un vecchio modo di fare ricerca, uno strumento analitico scrive. Zalasiewicz ricorda come leccare una roccia consenta subito di vedere in maniera più chiara di cosa è fatta, mettendone in luce le caratteristiche, magari anche assaporandola. Lo ha fatto egli stesso, ricorda, arrivando alla scoperta di uno splendido nummulite (un protozoo fossile). Ma lo hanno fatto anche i grandi del passato, come Giovanni Arduino, il padre della stratigrafia, e, a quanto pare, anche degustatore di rocce.

Letteratura, vince l’arte della ripetizione

Premio internazionale per la letteratura, con Chris Moulin, Nicole Bell, Merita Turunen, Arina Baharin, e Akira O’Connor che se lo aggiudicano con la seguente motivazione: “per lo studio delle sensazioni che le persone provano quando ripetono una sola parola molte, molte, molte, molte, molte, molte, molte volte”. Questo team franco-malesiano-britannico-finlandese ha infatti studiato le sensazione di alcuni partecipanti chiamati a scrivere e riscrivere determinate parole, fino al punto da trovarle strane, come mai viste o sentite (in un fenomeno chiamato, in contrapposizione al déjà vu, come jamais vu, a indicare la sensazione di estraneità di qualcosa di noto però). Un fenomeno che si ottiene, pare, dopo aver scritto la stessa parola trenta volte o per un minuto e che stimola riflessioni su ortografia e significati. E che è più frequente in chi sperimenta anche il suo opposto.

Ingegneria ai ragni robot, morti

Si premia la necrobiotica, sì avete capito bene: come suggerisce il nome è una branca della robotica (se così potremmo dire) che utilizza parti morti di animali. In questo caso ragni: il team di Te Faye Yap, Zhen Liu, Anoop Rajappan, Trevor Shimokusu, e Daniel Preston, che arriva da India, Cina, Malesia, e Usa, si è aggiudicato il premio per aver “rianimato ragni morti come strumenti meccanici da presa”. D’altronde, spiegano, senza creare ex novo, si può sfruttare quanto presente in natura: e così, un ragno morto, con il suo fantastico sistema di locomozione, può anche diventare un abile strumento da presa, capace di acciuffare oggetti delicati e dalle strane geometrie, spiegano i ricercatori nelle presentazioni ufficiali.

Super-smart toilet per la salute pubblica

Un unico vincitore in questa categoria è il sudcoreano Seung-min Park della Stanford University School of Medicine, premiato per lavorare da anni alla messa a punto di un wc da far impallidire i famosissimi wc tecnologi giapponesi. Cita la motivazione ufficiale: “per aver ideato la toilet di Stanford, ​un dispositivo che utilizza una gran varietà di tecnologie – tra cui una striscia reattiva per l’analisi delle urine, un sistema di visione artificiale per l’analisi della defecazione, un sensore per l’impronta anale abbinato a una telecamera di identificazione e un sistema di telecomunicazioni – per monitorare e analizzare rapidamente le sostanze che espellono gli esseri umani”. Park è convinto infatti che i wc digitali siano uno strumento preziosissimo per l’analisi della salute delle persone a distanza, che potrebbe essere utile persino nelle sperimentazioni cliniche. E, ovviamente, promette, anche per l’identificazione di eventuali malattie.

Premio di comunicazione per chi parla al contrario

Ci sono persone capaci di parlare al contrario, leggendo le parole dalla coda alla testa. Sono casi senza dubbio particolari, e possono diventare oggetto di studio. Lo sono stati: il team premiato nella sezione comunicazione degli IgNobel ha infatti studiato le caratteristiche neurocognitive di due persone capaci di pronunciare le parole leggendo i fonemi al contrario. E qualche differenza, raccontano, è stata trovata in alcune regioni cerebrali, sia per quanto riguarda una maggiore connettività che materia grigia. I premiati sono María José Torres-Prioris, Diana López-Barroso, Estela Càmara, Sol Fittipaldi, Lucas Sedeño, Agustín Ibáñez, Marcelo Berthier, e Adolfo García e arrivano da Argentina, Colombia, Spagna, Usa, Cina e Cile.

La medicina ai peli del naso

Il bello degli IgNobel è che permettono di rispondere a domande che non ci saremmo forse mai fatti. Per dirne una, il numero dei peli del naso nelle narici è lo stesso? Christine Pham, Bobak Hedayati, Kiana Hashemi, Ella Csuka, Tiana Mamaghani, Margit Juhasz, Jamie Wikenheiser, e Natasha Mesinkovska sono stati premiati proprio per aver risposto a questa annosa questione, conducendo un’analisi sui cadaveri. A quanto pare sì, o meglio quasi: in media ce ne sono 120 a sinistra e 122 a destra. Lo studio però serviva soprattutto a ottenere informazioni utili per i pazienti con alopecia areata, che riportano più allergie e infezioni respiratorie associate alla perdita di peli nel naso. Il premio va a , Canada, Macedonia, Iran e Vietnam.

Nutrizione “elettrica”

Non fate mai quello che Homei Miyashita e Hiromi Nakamura proponevano ormai diversi anni fa. Il lavoro ripescato per la sezione nutrizione quest’anno agli IgNobel arriva direttamente dal 2011 ed esplora il mondo del gusto aumentato grazie all’elettricità. La motivazione ufficiale per il premio al Giappone cita: “per esperimenti per determinare come le bacchette e le cannucce elettrificate possono cambiare il gusto del cibo”. I ricercatori infatti spiegavano come fosse possibile utilizzare il gusto elettrico e dei sensori per aumentare l’esperienza del gusto, percependo qualcosa che sarebbe impossibile forse percepire (e magari meglio così).

Premio per l’educazione alla noia

A scuola può capitare anche di annoiarsi. Ma lungi dall’essere un’emozione da accantonare, anche la noia va studiata. Lo hanno fatto Katy Tam, Cyanea Poon, Victoria Hui, Wijnand van Tilburg, Christy Wong, Vivian Kwong, Gigi Yuen, e Christian Chan, che sono stati premiati proprio per questo. I ricercatori hanno scoperto che anche solo aspettarsi che una lezione sarà noiosa la renderà noiosa, ma anche che se gli studenti vedono i loro insegnanti annoiati o li percepiscono come tali saranno meno motivati. Insegnanti, è il vostro momento, fate tesoro di questo IgNobel. Dividono il premio Canada, Cina, Regno Unito, Paesi Bassi, Irlanda, Usa e Giappone.

Psicologia, le dinamiche dello sguardo verso l’alto

Va agli Usa e arriva niente meno che dalla fine degli anni Sessanta il lavoro che si aggiudica il premio per la psicologia. La motivazione cita: “per esperimenti su una strada cittadina per vedere quanti passanti si fermano a guardare verso l’alto quando vedono degli estranei che guardano in alto”. Quanti più lo fanno, scrivevano, tanti più si fermeranno e lo faranno. Premio a Stanley Milgram, Leonard Bickman, e Lawrence Berkowitz.

Fisica, quelle strane relazioni tra correnti e sesso delle acciughe

Ciliegina sulla torta, il premio della fisica va a un folto gruppo di ricercatori per “per aver misurato quanto la miscelazione dell’acqua dell’oceano è influenzata dall’attività sessuale delle acciughe”. Radunandosi in massa durante la stagione riproduttiva, scrivevano gli autori, possono infatti generare delle turbolenze, innescando la miscelazione delle acque, potenzialmente influenzando anche la crescita del fitoplancton. Premiati Bieito Fernández Castro, Marian Peña, Enrique Nogueira, Miguel Gilcoto, Esperanza Broullón, Antonio Comesaña, Damien Bouffard, Alberto C. Naveira Garabato, e Beatriz Mouriño-Carballido, provenienti da Spagna, Galizia, Francia, Svizzera e Regno Unito.

- Advertisement -spot_img
- Advertisement -spot_img
Latest News

Meta, l'uso dei dati per la pubblicità non può essere indiscriminato

La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha emesso una sentenza a favore dell’attivista austriaco Maximilian Schrems nella sua causa...
- Advertisement -spot_img

More Articles Like This

- Advertisement -spot_img