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I metodi di intelligenza artificiale, come rimarca lo studio, “possono essere applicati per migliorare il contrasto nelle immagini diagnostiche oltre quello ottenibile con le dosi standard di agenti di contrasto normalmente utilizzati nella clinica”, a vantaggio di una maggior comprensione e precisione diagnostica. Lo studio propone un metodo per generare set di dati sintetici da utilizzare per addestrare una rete neurale in grado di prevedere il contrasto dell’immagine a dosi più elevate. Se l’intelligenza artificiale basata sul deep learning si basa su set di dati “sufficientemente ampi e diversificati”, tuttavia, afferma la ricerca, “non sono comunemente disponibili ampi set di immagini diagnostiche acquisite a dosi di agenti di contrasto al di fuori dello standard di cura”.
Secondo le conclusioni dello studio, attraverso questo approccio “è possibile generare un contrasto superiore a quello ottenibile con dosi standard di agente di contrasto a base di gadolinio, con vantaggi significativi nel rilevamento di piccole lesioni cerebrali” (il metodo è stato messo a punto e convalidato in uno studio preclinico su un modello murino di glioma cerebrale ed esteso a un ampio set di dati clinici retrospettivi sull’uomo).
Come spiegato da Valbusa e Gonella, se la contrast augmentation appare come un’opportunità indubbia, più complessi e distanti appaiono altri scenari, come quello del virtual contrast, attualmente infattibile, o della dose reduction, fattibile ma rischioso.
Complessivamente, la discussione sull’Ai nella radiologia si muove nel bisogno di una sintesi tra fughe in avanti, dovute a evoluzioni tecnologie molto rapide, e atteggiamenti da “wait and see” e un giusto bilanciamento va cercato tra le competenze umane che restano imprescindibili e la rivoluzione delle abitudini possibili grazie al progresso e a cui sarebbe sbagliato rinunciare in termini di vantaggi concreti.
Anche quest’anno, come sottolineato dalla presidente e ad Diana Bracco, l’Innovation Day si è quindi confermato quell’appuntamento in cui i ricercatori di Bracco “si confrontano con speakers prestigiosi su temi strategici e di frontiera” nella consapevolezza che le diagnosi precoci sono essenziali non solo per il paziente ma per tutto il sistema sanitario e che si va sempre più verso “una medicina che pone al centro le caratteristiche della patologia nel singolo paziente”.