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L’Alabama sarà il primo stato al mondo a eseguire una condanna a morte costringendo un detenuto a inalare azoto puro. L’azoto è presente nell’aria che respiriamo, ma se inalato in mancanza totale di ossigeno può causare in poco tempo la perdita di conoscenza e la morte.
Smith, 58 anni, è in carcere dal 1998. Un pastore del nord dell’Alabama lo aveva pagato per uccidere la moglie, così da poter incassare le polizze assicurative sulla vita di lei. Condannato all’ergastolo dalla giuria, la sua pena è stata commutata in condanna a morte dal giudice.
Il detenuto
Kenneth Eugene Smith, questo il nome del detenuto che verrà sottoposto alla misura, dovrà inalare l’azoto puro dopo essere stato immobilizzato su una barella e aver indossato una maschera che, coprendo bocca e naso, spingerà a forza l’azoto nei suoi polmoni.
Come spiega Skytg24, per Smith questo è il secondo tentativo di eseguire la condanna capitale. Nel novembre 2022 è sopravvissuto alla sua esecuzione: avrebbe dovuto essere ucciso tramite iniezione, ma i responsabili dell’operazione non sono stati in grado di inserire in vena la flebo. I tentativi sono durati più di un’ora. Quella di Smith non è l’unica esecuzione fallita in Alabama. Proprio per questo, oltre a definire “terribile” la decisione dello stato di dare il via a questo nuovo metodo, l’avvocata dell’organizzazione non governativa Equal justice initiative, che si occupa dei diritti dei detenuti, Angie Setzer ha riferito che l’Alabama non è nella posizione di “sperimentare un metodo completamente non provato e inutilizzato”.
Il Corriere della Sera riporta che Smith si è detto “terrorizzato” dalla modalità di esecuzione alla quale sarà sottoposto come fosse una cavia. Il detenuto ha inoltre spiegato al Sunday times che i responsabili dell’esecuzione gli avrebbero detto: “L’iniezione letale è indolore, con l’azoto nessuno sa cosa succederà” .
Gli stati favorevoli
L’esecuzione tramite inalazione di azoto puro, oltre che dall’Alabama, è stata approvata anche dagli stati del Mississippi e dell’Oklahoma, che tuttavia non hanno ancora utilizzato questo metodo.
Il New York Times spiega che le autorità favorevoli a questo tipo di esecuzione sono convinte che l’inalazione dell’azoto renda “rapidamente il soggetto privo di sensi, con la morte che ne conseguirà in pochi minuti”. Ma se l’esecuzione dovesse fallire (come accaduto a novembre a Smith), il detenuto potrebbe soffrire di soffocamento o subire gravi lesioni cerebrali. Il quotidiano statunitense avverte anche delle possibili conseguenze per la salute delle persone presenti all’esecuzione.