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Fratelli d’Italia è pronto a mettere le mani sul Fondo nazionale innovazione, nato per sostenere lo sviluppo di startup in Italia. Fuori l’attuale ad, Enrico Resmini, che ha portato Cdp Venture Capital a gestire 3,1 miliardi di euro di asset. Dentro Agostino Scornajenchi, ex responsabile finanziario di Terna, la società delle reti. Lo apprende Wired da fonti vicine alla partita, che hanno richiesto l’anonimato per contribuire all’articolo.
Il governo sembra intenzionato a uscire dall’impasse che per cinque mesi ha bloccato il rinnovo dei vertici del fondo, partito nel 2020 sotto l’ombrello di Cassa depositi e prestiti (Cdp), la cassaforte che reinveste il risparmio postale. E a vincere pare essere la mozione Fratelli d’Italia, che ha tirato fuori dal mazzo il nome del manager uscito da Terna per contendere la poltrona a Resmini, sostenuto dal ministero dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. E soprattutto voluto dal tessuto delle startup italiane, che hanno beneficiato della strategia impostata dall’ex manager di Vodafone e dalla sua squadra. Un miliardo di capitale deliberato e 13 i fondi attivati.
Cosa sta succedendo:
Il blitz sul Fondo innovazione
A condurre il blitz di Fratelli d’Italia, secondo quando apprende Wired, sarebbe Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario della presidenza del Consiglio all’attuazione del programma e fedelissimo della presidente Giorgia Meloni. Cdp, che controlla la società di gestione del risparmio dedicata alle startup, avrebbe in calendario nelle prossime ore un comitato nomine, nel quale verrà messo sul tavolo la candidatura di Scornajenchi. A quel punto, la pratica passerà al consiglio d’amministrazione di Cdp Venture Capital per la nomina effettiva. Wired ha chiesto una conferma a Cdp, senza ottenere risposta prima della pubblicazione di questo articolo.
La mossa sarebbe propedeutica ad accerchiare una poltrona ben più ambita di quella del Fondo nazionale innovazione: quella di ad di Cdp stessa. L’attuale numero uno, Dario Scannapieco, scade l’anno prossimo e Fratelli d’Italia ha messo gli occhi sulla nomina. Il gruppo ha risorse impegnate per 11,5 miliardi, un patrimonio di 40 miliardi e partecipazioni in grandi aziende nazionali, come Fincantieri, Autostrade per l’Italia, Open Fiber, Italgas, Snam. E la stessa Terna.