venerdì, Ottobre 11, 2024

La peste suina africana si sta diffondendo in Europa

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La peste suina africana, malattia virale che colpisce suini e cinghiali selvatici, torna a far parlare di sé. Oggi, infatti, a fare i conti con questa malattia sono ormai sempre più Paesi dell’Unione europea. A dirlo, nel corso del recente Consiglio Ue dell’Agricoltura, è stata la commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, secondo cui questi ultimi sviluppi “sono estremamente preoccupanti”.

Diffusione nell’Ue

È di una settimana fa, infatti, la notizia dei primi casi di peste suina tra i cinghiali in Svezia. Solamente l’ultima di una lunga serie di segnalazioni ricevute negli ultimi mesi. “Abbiamo visto come questa malattia devastante sia stata rilevata nei maiali e nei cinghiali negli Stati membri precedentemente non colpiti, come Svezia e Croazia”, racconta Kyriakides. “Allo stesso tempo, si è diffusa in nuove aree ed è riemersa in alcune aree dove era stata contenuta con successo per diversi anni”.

In Italia

Fino all’inizio del 2022, quando è arrivata la conferma di positività al virus in una carcassa di cinghiale in Piemonte, in Italia la peste suina africana era presente unicamente in Sardegna. Ad oggi, invece, si sta assistendo a una ondata epidemica. Lo scorso anno, infatti, le regioni interessate dalla malattia sono state diverse, tra cui appunto Piemonte, Lazio, Liguria, Calabria, Campania. Sono invece recenti gli allarmi lanciati in Lombardia dove, nel giro di poco tempo dalla scoperta del primo focolaio a Pavia, la malattia si è diffusa rapidamente in altri allevamenti intensivi, causando finora l’abbattimento di oltre 33mila maiali. L’Unione europea ha così disposto fino al prossimo 18 novembre il divieto di movimentazione degli animali, sia in ingresso che in uscita, per 172 Comuni della provincia di Pavia.

La peste suina africana

La peste suina africana, endemica nell’Africa sub-sahariana, è una malattia virale che causa un’elevata mortalità nei suini e cinghiali selvatici infettati. Il virus, della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, genera così significative perdite economiche dovute alla morte degli animali, delle restrizioni ai loro spostamenti e prodotti, e, infine, del costo delle misure di controllo. Ad oggi, come spiegano dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), non ci sono vaccinicure e l’eradicazione della malattia può richiedere diversi anni. I sintomi tipici della malattia sono febbre, aborti, emorragie e morte improvvisa.

Il virus, va precisato, è innocuo per gli esseri umani. “Questa malattia non è trasmissibile all’uomo né attraverso il contatto diretto con animali malati, né tramite alimenti di origine suina”, spiegano dal Ministero della salute. “L’uomo può però essere veicolo di trasmissione del virus attraverso la contaminazione di veicoli, indumenti, attrezzature, cibo di origine o contenente carne suina, anche stagionata”.

Misure di controllo

Per riuscire a controllare la peste suina africana ed eradicarla dall’Europa è essenziale una stretta cooperazione, oltre a una comunicazione tempestiva e chiara. “Grazie alle misure adottate dall’Unione europea siamo stati in grado di mantenere un mercato interno stabile e, allo stesso tempo, di dare un chiaro segnale ai nostri partner internazionali che il commercio può e deve continuare in sicurezza”, commenta Kyriakides. È necessario, tuttavia, “aumentare la nostra vigilanza e adottare misure efficaci per anticiparne il verificarsi e adattare continuamente la nostra risposta contro questa malattia catastrofica”.

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