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Toshiba sta per dire addio alla Borsa di Tokyo. Il colosso giapponese dell’elettronica e dell’energia, che già da tempo non navigava in acque economicamente tranquille, ha infatti annunciato il completamento di un’offerta pubblica d’acquisto (Opa) da duemila miliardi di yen, pari a circa 12,7 miliardi di euro, da parte di un consorzio di aziende nipponiche.
Lo riporta Il Sole 24 Ore, specificando che proprio l’Opa segna inevitabilmente l’inizio del percorso che porterà l’azienda fondata nel 1875 a Minato al delisting privato a più di settant’anni di distanza dall’esordio in borsa. Il passaggio alla società creata dal consorzio, che prenderà il nome di Tbjh, dovrebbe avvenire il 27 settembre.
“Il gruppo Toshiba – ha affermato l’amministratore delegato Taro Shimada – compie ora un passo importante verso un nuovo futuro con un nuovo azionista”, ma questo non significa che anche in futuro l’azienda non “farà la cosa giusta” per far sì che il proprio valore aumenti. Toshiba è reduce da anni difficili, partiti nel 2015 con lo scandalo legato al vaso di Pandora aperto dalla scoperta che i libri contabili aziendali erano stati falsificati per anni.
In più, recentemente sono sorti problemi relativi alla sua attività nel campo dell’energia nucleare. Alla multinazionale spetta il compito di smantellare la centrale di Fukushima, colpita da uno tsunami nel 2011. Operazioni che richiederanno decenni di lavoro. In secondo luogo, la società ha dovuto fare i conti nel 2017 con il fallimento della sua divisione nucleare statunitense Westinghouse, in perdita da tempo a causa del balzo in alto dei costi della sicurezza.
Per gli analisti non è affatto scontato che l’acquisizione possa riportare Toshiba alla redditività. Il colosso giapponese ha infatti accumulato tra aprile e giugno 2023 circa 25 miliardi di yen (158,9 milioni di euro) di rosso su 704 miliardi di yen (4,47 miliardi di euro) di vendite, con un calo pari a circa il 5% rispetto al 2022.