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Dopo la decisione di prolungare il divieto di importazione del grano dall’Ucraina, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha annunciato che Varsavia non fornirà più armi a Kyiv. La notizia rappresenta il culmine delle recenti tensioni tra Ucraina e Polonia.
Lo stop al grano
Tutto è iniziato martedì 12 settembre, con un video in cui lo stesso Morawiecki ha affermato: “Non permetteremo che il grano ucraino ci inondi”. Con queste parole il governo polacco si è rifiutato di revocare l’embargo sulle importazioni di grano e altri cereali ucraini siglato la scorsa primavera e che, come stabilito dalla Commissione europea, sarebbe dovuto scadere venerdì 15 settembre. La politica polacca è in piena campagna elettorale e, come spiega Euronews, “l’attuale governo di destra guidato dal partito Diritto e giustizia è particolarmente forte nelle aree agricole del Paese”.
Al rifiuto polacco si sono uniti anche Ungheria e Slovacchia, anch’essi coinvolti nell’accordo insieme a Romania e Bulgaria.
L’accordo serviva per venire incontro alle preoccupazioni dei produttori di questi cinque paesi, che dall’inizio della guerra in Ucraina reputano che i loro guadagni derivati dal settore primario sono messi sotto scacco dagli ingenti flussi di grano ucraino a basso costo. L’intesa permette però il transito dei cereali ucraini verso paesi terzi.
Le tensioni della settimana
La decisione polacca sul grano ucraino ha prodotto i suoi effetti nel corso di questa settimana, durante la quale si è svolta la 78esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lunedì 18 settembre Kyiv ha denunciato Polonia, Ungheria e Slovacchia all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) per “violazione degli obblighi internazionali”, scrive il Post. Come ulteriore ritorsione, subito dopo l’Ucraina ha annunciato imminenti restrizioni sull’importazione di alcuni prodotti alimentari di Polonia e Ungheria. In particolare, le mele polacche, di cui Kyiv è il quarto importatore, come spiega Euractiv.
Il giorno dopo la denuncia all’Omc, martedì 19 settembre, nel suo intervento al palazzo di vetro dell’Onu il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostanzialmente accusato Polonia, Ungheria e Slovacchia di favorire Mosca. Parole risultate sgradite a Varsavia, tanto che il ministro degli esteri polacco Zbigniew Rau ha convocato l’ambasciatore ucraino nel paese Vasyl Zvarych per chiedere un chiarimento.
Lo stop alle armi
La campagna elettorale polacca per le elezioni parlamentari del 15 ottobre non si gioca soltanto sui prodotti alimentari ucraini. Lo stop al rifornimento di armi all’Ucraina è stato giustificato dal primo ministro Mateusz Morawiecki come la necessità, da parte della Polonia, di iniziare a investire in armamenti più moderni da utilizzare per le proprie forze armate. Varsavia, tuttavia, promette che continuerà a mettere a disposizione il suo hub della Nato a Rzeszow per continuare a stare al fianco dell’Ucraina. Sin dall’inizio dell’invasione russa, infatti, la Polonia è sempre stata uno dei maggiori alleati di Kyiv. Oltre alla sua esposizione per il rifornimento di armi, Varsavia ha accolto milioni di rifugiati ucraini. Come riportato da Openpolis, nel maggio scorso erano più di un milione e mezzo.