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Si avvicina la fine del mercato tutelato del gas, prevista per l’1 gennaio 2024. Mentre “sono in corso – come ha affermato il ministro dell’Ambiente e della Sovranità energetica Gilberto Pichetto Fratin in Senato e come riporta Rainews – valutazioni da parte del governo sul meccanismo di traghettamento al di fuori del mercato tutelato del gas dei clienti domestici, e in particolar modo dei vulnerabili, tenendo conto dell’instabilità dei prezzi dell’energia in questa fase storica”.
Al netto di un eventuale ennesimo rinvio di tale scadenza, la convivenza tra il servizio di maggior tutela e il mercato libero è comunque destinata a finire e a modificare in maniera importante le abitudini di buona parte degli italiani. Secondo l’ultima relazione annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), nel 2022 la quota delle famiglie che hanno acquistato il gas nel servizio di tutela è scesa al 33,2%, una percentuale che rappresenta di fatto praticamente un terzo degli italiani.
Come riporta il sito dell’Arera, “i servizi di tutela sono i servizi di fornitura di energia elettrica e gas naturale con condizioni economiche (prezzo) e contrattuali definite dall’Autorità destinati ai clienti finali di piccole dimensioni (quali famiglie e microimprese) che non hanno ancora scelto un venditore nel mercato libero”. In particolare, il prezzo è stabilito a cadenza trimestrale sulla base di diversi fattori, tra i quali il costo dell’energia, i costi di rete e quelli di distribuzione.
Il mercato libero dell’energia pone invece le sue radici nel decreto Bersani del 1999, che recepiva una direttiva comunitaria in tema di liberalizzazioni. Di fatto, il passaggio definitivo a questo tipo di condizione dovrebbe paradossalmente rappresentare una tutela addirittura maggiore per i consumatori. L’elevato numero di compagnie energetiche nate negli ultimi anni ha infatti creato una concorrenza importante, portando le varie realtà ad adottare politiche commerciali competitive. Passare dal mercato di maggior tutela a quello libero comporta quindi nella maggior parte dei casi una diminuzione dell’esborso annuale legato alle bollette del gas.
Una realtà con la quale saranno chiamati a fare i conti da gennaio 2024 tutti “i clienti domestici non vulnerabili di gas naturale (famiglie e condomini)”, si legge sul sito dell’Arera, mentre “i clienti vulnerabili potranno continuare a essere invece serviti a condizioni contrattuali ed economiche definite e aggiornate dall’Autorità”. Si tratta, in particolare, dei clienti che si trovano in condizioni economicamente svantaggiate (per esempio percettori di bonus), dei soggetti con disabilità, quelli che hanno un’utenza in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi o chi ha un’età superiore ai 75 anni.