giovedì, Ottobre 10, 2024

Sciopero degli sceneggiatori e autori: cosa prevede l'accordo per l'intelligenza artificiale

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Dopo cinque mesi lo sciopero di autori e sceneggiatori statunitensi di film e serie tv si è concluso. Non quello degli attori. Il sindacato Writers Guild of America – che rappresenta oltre 11mila sceneggiatori e addetti ai lavori – ha infatti costretto le grandi sigle di produzione di Hollywood a sottoscrivere un accordo triennale di oltre 90 pagine in cui vengono dettagliate le nuove condizioni di lavoro, i compensi, le garanzie per i lavoratori e molti altri aspetti. Di fatto, una nuova cornice contrattuale minima che dovrà ora essere ratificata da un voto degli iscritti.

Avviato lo scorso maggio proprio nel pieno della sbornia da ChatGPT e intelligenza artificiale, lo sciopero aveva assunto una particolare connotazione proprio rispetto alle sfide che i nuovi sistemi generativi pongono al lavoro autoriale e, in definitiva, creativo. Il timore più profondo è che nei prossimi anni alcuni tipi di scrittura vengano demandati a queste soluzioni e in definitiva automatizzati. Questo l’aspetto che più ci interessa e che occupa il quinto punto del Memorandum of Agreement sottoscritto fra le parti.

Cosa prevede l’accordo

In sostanza, l’impiego dei meccanismi di intelligenza artificiale nei progetti coperti da accordi rientranti nel cosiddetto “Minimum Basic Agreement”, cioè appunto il nuovo contratto base, non viene proibito ma fortemente limitato. Per esempio, viene stabilito che l’intelligenza artificiale non può essere adoperata per scrivere o riscrivere materiale letterario e che i contenuti prodotti dall’IA non saranno considerati coperti dall’accordo. Significa in sostanza che non possono essere impiegati per indebolire i crediti o i diritti di un autore. In altre parole, per pagarlo meno magari in virtù del fatto che una sceneggiatura sia stata completata con ChatGPT o simili piattaforme. Un po’ come certi tipi di prove che non possono essere presentate in un processo, il materiale a base di IA che non sia stato approvato dalle parti sarà carta straccia in termini di diritti.

L’accordo prevede anche che un autore possa scegliere di impiegare l’intelligenza artificiale nel suo lavoro quotidiano ma solo se la società per cui sta scrivendo quel soggetto o quella sceneggiatura è d’accordo e se ha fornito allo sceneggiatore le policy relative. La scelta rimane però dell’autore e non vale il contrario: una società di produzione non può imporre, magari per tagliare i tempi di realizzazione, l’impiego di software alimentati dall’intelligenza artificiale. Le regole d’ingaggio devono dunque essere chiare e i sistemi non possono essere previsti di base dalla produzione.

Non solo: anche quando un autore si mette al lavoro su materiali già realizzati, magari per rivedere o arricchire e modificare una sceneggiatura che non convinca la produzione, deve avere assoluta contezza se in quei documenti ci siano contenuti generati dall’intelligenza artificiale, in tutto o in parte. L’accordo sul punto si conclude con la tutela del diritto d’autore, altro aspetto fortemente criticato degli LLM: il sindacato ribadisce infatti che lo sfruttamento del materiale degli scrittori per addestrare l’intelligenza artificiale è proibito dall’MBA e da altre leggi.

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