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Solo il 5 per cento degli Nft ha un valore reale sul mercato. Questa è la conclusione di un recente rapporto pubblicato dal sito DappGambl, secondo cui dopo aver vissuto il loro periodo di massimo splendore tra il 2021 e il 2022, questi asset crittografici si sono svalutati a dismisura a causa dello squilibrio tra domanda e offerta.
Gli Nft, acronimo di non-fungible token, sono asset crittografici utilizzati per convalidare la proprietà e l’autenticità di un file digitale considerato unico. Possono assumere la forma di un’immagine, di un video o di un contenuto testuale. Nei primi due anni del decennio in corso, questi token hanno raggiunto un picco di quasi 2,8 miliardi di dollari di volume di scambi mensili.
Dopo aver valutato 73.257 collezioni Nft basandosi sui dati di Nft Scan e CoinMarketCap, l’analisi ha determinato che 69.795 di queste hanno una capitalizzazione di mercato pari a zero Ether. Ciò significa che il 95 per cento delle collezioni, la cui proprietà è sparsa tra 23 milioni di persone in tutto il mondo, non ha alcun valore di mercato.
“Il mercato degli Nft ha subito una trasformazione significativa rispetto ai suoi giorni più luminosi; la stragrande maggioranza degli Nft ha ora un valore di mercato pari a zero Ethereum. Siamo nel bel mezzo di un mercato ribassista, in cui molti progetti faticano a trovare acquirenti a causa delle prospettive pessimistiche del mercato circa il loro valore futuro“, spiega il rapporto di DappGambl.
Alla base di questa tendenza c’è un “mercato altamente speculativo e volatile“, aggiunge l’analisi. Il 79 per cento delle collezioni Nft prese in esame da DappGambl, ovvero quattro su cinque, rimane invenduta.
I numeri rivelano un notevole squilibrio tra la creazione di nuovi token e l’effettiva domanda di questi asset. La sovrabbondanza dell’offerta sta portando a un mercato caratterizzato da acquirenti più esigenti che valutano in dettaglio lo stile, l’unicità e il potenziale valore futuro di ogni Nft prima di effettuare un acquisto. Gli asset privi di queste caratteristiche “hanno sempre più difficoltà ad attirare l’attenzione e le vendite“, sostiene DappGambl.
“Questa realtà scoraggiante dovrebbe servire a frenare l’euforia che spesso ha circondato il settore degli Nft. Per colpa delle storie di opere d’arte digitale vendute a milioni e dei racconti di successi istantanei, è facile trascurare il fatto che il mercato è pieno di potenziali insidie e perdite“, avverte il rapporto.
Per sopravvivere alle flessioni del mercato e mantenere un valore duraturo, gli Nft devono essere rilevanti, e non solo in termini di autenticità. Un miglioramento sul fronte dell’impatto ambientale può contribuire per esempio a sostenere il loro valore. DappGambl ha rilevato che l’energia necessaria per coniare gli Nft analizzati dal suo studio era pari a 27.789.258 kWh, che si traducono in circa 16.243 tonnellate di anidride carbonica. Questa cifra equivale alle emissioni annuali medie generate da 2048 famiglie o all’impronta ambientale di 3531 automobili.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.