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Il governo e trenta associazioni di imprese hanno firmato il patto anti-inflazione. L’accordo, siglato a palazzo Chigi il 28 settembre, prevede la vendita a prezzi ribassati di una serie di prodotti alimentari di base e di largo consumo. A firmare l’accordo sono state Confesercenti, Confcommercio e Federdistribuzione per le imprese, mentre per il governo c’erano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Gli sconti e i prodotti
Secondo quanto previsto dal patto, dal primo ottobre al 31 dicembre 2023 una serie di prodotti compariranno sugli scaffali scontati del 10%. Il Sole 24 ore riporta che il cosiddetto “trimestre anti inflazione” potrebbe aiutare le famiglie a risparmiare tra i cento e i 150 euro. A causa dei recenti aumenti dei prezzi, oggi le famiglie sborsano in media 400 euro in più per fare la spesa rispetto agli anni passati.
Lo sconto sarà applicato su pasta, carne, passata di pomodoro, zucchero, latte, uova, riso, sale, farina, cereali, saponi, detergenti, pannolini, farmaci di largo consumo. Al momento, a causa della crisi del settore agricolo (provocata anche dalla crisi climatica) frutta e verdura non rientrano tra gli alimenti a prezzi calmierati. Forse le promozioni di questi prodotti saranno periodiche e su scala locale.
Chi ha aderito
I prodotti scontati dal patto anti-inflazione, oggetto di una campagna di pubblicità progresso promessa dalla presidenza del Consiglio, saranno muniti di un apposito “bollino tricolore anti inflazione”. L’acquisto a prezzi ribassati potrà avvenire presso le imprese che hanno sottoscritto il patto. Tra queste vi sono centinaia di piccole attività di vendita al dettaglio, oltre a diverse catene di supermercati e discount. Esselunga, Conad, Carrefour, Pam, Lidl, Tigre, Famila e Decò applicheranno gli sconti nei loro punti vendita, che sono più di 25mila.
Oltre al sostegno delle grandi catene di supermercati, però, un ruolo fondamentale nel funzionamento del patto anti inflazione sarà giocato dai produttori. Al momento, i marchi Barilla, Lavazza, Mutti, Nestlé e Ferrero hanno aderito al taglio dei prezzi. L’associazione di consumatori Assoutenti, tuttavia, lancia il suo allarme denunciando che, se i prezzi dei carburanti dovessero restare così alti come lo sono in questo periodo, il patto anti inflazione perderebbe la sua efficacia, dato che le famiglie sarebbero costrette a spendere in benzina i soldi risparmiati al supermercato. Assoutenti ha quindi chiesto all’esecutivo di procedere con il taglio delle accise su benzina e gasolio.