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L’insediamento è previsto il 4 ottobre, quando in agenda è stato calendarizzato il consiglio d’amministrazione di Cdp Venture Capital che segnerà l’uscita del duo al tandem dalla fondazione, Resmini e Bria, e di tutto il board (salvo Canu): Marco Bellezza, ad uscente di Infratel (società pubblica per il cablaggio del Paese), Lucia Calvosa, già presidente di Eni, Andrea Cardamone, ad di banca Widiba, Isabella de Michelis di Slonghello, che ha creato una startup per tutelare la privacy, Ernie app, Antonio Margiotta, investment banker, Sergio Buonanno, consulente per gli investimenti. Un cda che non è rimasto fermo fino all’ultimo, nonostante lo stallo nel rinnovo delle cariche da mesi. Soltanto pochi giorni fa sono stati annunciati gli investimenti in Sidereus space dynamics, startup salertinana specializzata in tecnologie per un lanciatore orbitale, ed Evja, in ambito agritech.
Fratelli d’Italia fa cappotto
L’assetto del nuovo esecutivo del Fondo nazionale per startup rispecchia i desiderata di Fratelli d’Italia. Per mesi il rinnovo dei vertici di Cdp Venture Capital, scaduti dopo l’approvazione del bilancio 2022 a fine marzo, è rimasto bloccato perché dentro la maggioranza non si trovava l’accordo sui nomi da designare. Giorgetti appoggiava un rinnovo di Resmini. L’ex manager di Vodafone ha costruito una macchina da un miliardo di capitale deliberato e 13 i fondi attivati. E poteva contare sul sostegno del mondo delle startup.
Fratelli d’Italia, invece, puntava a mettere il cappello sull’operazione. E alla fine ce l’ha fatta, individuando in Scornajenchi il nome. A condurre le trattative, secondo quanto risulta a Wired, è stato Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario della presidenza del Consiglio all’attuazione del programma e fedelissimo della presidente Giorgia Meloni. Nel mirino del partito di destra tuttavia c’è un bottino ben più consistente: ossia Cdp stessa.
La cassaforte che reinveste il risparmio postale ha risorse impegnate per 11,5 miliardi, un patrimonio di 40 miliardi e partecipazioni in grandi aziende nazionali, come Fincantieri, Autostrade per l’Italia, Open Fiber, Italgas, Snam. E la stessa Terna, da cui proviene non solo Scornajenchi, ma anche Stefano Donnarumma, la carta che il partito di Meloni vuole giocarsi nella successione all’attuale ad di Cdp, Dario Scannapieco. Proprio Donnarumma era stato indicato inizialmente per prendere il posto di Resmini, ma regole sulle buonuscite e il passaggio da Terna al Fondo nazionale innovazione avevano bloccato il trasloco. La maggioranza delle poltrone di Cdp Venture Capital in mano a via Goito indica la volontà di aumentare il controllo sulla sgr, che riceverà 550 milioni dal Pnrr e 200 dal governo per l’intelligenza artificiale.
Le reazioni
Da mesi il mondo dell’innovazione chiedeva uno sblocco dell’impasse. E ha tifato fino all’ultimo per il rinnovo di Resmini, forte dei suoi risultati. Giuseppe Donvito, presidente di Italian tech alliance, un’associazione del settore, dice in una nota: “A nome di Italian tech alliance voglio ringraziare Enrico Resmini e il cda uscente per il lavoro svolto in questi anni. Al nuovo amministratore delegato Agostino Scornajenchi e alla presidente Anna Lambiase esprimo massima fiducia, con l’auspicio che Cdp Venture Capital porti avanti l’attività a sostegno dell’ecosistema italiano dell’innovazione, che in questi anni ha dimostrato di essere un motore dell’economia italiana e che ha trovato proprio in Cdp Venture Capital un importante sostegno per il proprio consolidamento“.