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Le elezioni parlamentari in Slovacchia di sabato 30 settembre sono state vinte dall’ex primo ministro Robert Fico. Il suo partito Smer, filorusso, nazionalista e di sinistra, ha ricevuto il 22,9% dei consensi. Probabilmente lo Smer formerà un governo alleandosi con la formazione socialdemocratica Hlas dell’ex presidente Peter Pellegrini, che si è piazzata al 15%.
La vicinanza al Cremlino
In campagna elettorale, Fico si è detto contrario all’ingresso dell’Ucraina nella Nato e alle sanzioni europee nei confronti di Mosca. Ha detto di voler lavorare alla ricostruzione del paese e alla stesura di un piano di pace, ma di non essere disposto a inviare armi a Kyiv. Confini chiusi ai migranti e attacchi alla comunità lgbtqia+ hanno completato il quadro della sua corsa al voto.
Queste proposte, pur essendo in linea con la vicinanza che lo Smer ha sempre espresso nei confronti di Mosca, rappresentano una svolta nella politica recente della Slovacchia. Sin dall’inizio della guerra su larga scala, infatti, Bratislava ha sostenuto l’Ucraina inviando 170 milioni di euro in aiuti militari. Sebbene si tratti di una cifra importante, spedendo a Kyiv aerei di epoca sovietica, elicotteri e altri armamenti, la Slovacchia ha svuotato il suo arsenale. Dal punto di vista pratico, dunque, la decisione di Fico non ha grande importanza, dato che di armi da inviare la Slovacchia non ne ha più. Sul piano politico, tuttavia, si tratta di un importante cambio di passo, che si realizza in un periodo in cui il generale sostegno all’Ucraina sembra vacillare su più fronti.
Solo pochi giorni fa, ad esempio, la Polonia ha annunciato il nuovo stop al grano ucraino e il taglio agli aiuti militari per Kyiv (quest’ultimo aspetto è stato ritrattato dai funzionari di Varsavia).
È notizia di domenica primo ottobre, inoltre, che per evitare lo shutdown il Congresso americano abbia sospeso l’erogazione di sei miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina.
Chi è Robert Fico
Robert Fico, 59 anni, è stato premier della Slovacchia già tre volte. Dopo aver fatto parte del Partito comunista slovacco negli anni della dissoluzione dell’impero sovietico e, poi, del Partito della sinistra democratica (Sdl), con la fondazione dello Smer e le sue prime esperienze da premier, Fico si è inizialmente mostrato un fervente europeista. È sotto la sua guida che Bratislava ha adottato l’euro.
L’inizio del suo primo mandato risale al 2006. Dopo quattro anni al governo, dal 2010 al 2012 è rimasto seduto ai banchi dell’opposizione, per poi tornare a vincere alle urne e governare ininterrottamente fino al 2018, anno dell’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirova. Kuciak stava indagando su alcune presunte truffe ed episodi di corruzione nell’ambito della concessione di fondi europei a Bratislava. La ricerca del giornalista aveva fatto emergere rapporti tra alcuni fedeli di Fico e la ‘ndrangheta. La notizia dell’assassinio ha scatenato importanti proteste nel paese che hanno costretto Fico a dimettersi. Oggi il leader di Smer torna premier con un programma filorusso gradito all’Ungheria di Viktor Orban, da sempre aperto nei confronti del Cremlino e che ieri ha scritto su X di non vedere l’ora di lavorare con il premier slovacco.