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La polizia francese ha arrestato cinque ex dipendenti di Ubisoft, tra cui il vicepresidente dei servizi editoriali e creativi Tommy Francois e il direttore creativo Serge Hascoët, a seguito di una lunga indagine relativa a molestie sessuali e psicologiche commesse nella società di videogiochi, creatrice tra gli altri di titoli come Assassin’s Creed. Mercoledì 4 ottobre i cinque sono stati arrestati e interrogati; le autorità hanno reso pubblici solo i nomi di Francois e Hascoët.
A riportare per primo la notizia è stato il quotidiano francese Libération. Maude Beckers, un avvocato che rappresenta alcuni dei dipendenti di Ubisoft che hanno denunciato le molestie, ha dichiarato a Wired US che il fermo e l’interrogatorio di Francois, Hascoët e altri ex dipendenti dimostra che i pubblici ministeri stanno “prendendo molto sul serio la questione”, un “segnale forte che le molestie e la violenza sessuale e di genere sul posto di lavoro sono reati gravi”.
Nell’estate del 2020, dopo che alcuni sviluppatori avevano iniziato a raccontare su X (all’epoca ancora noto come Twitter) le proprie esperienze di abusi e aggressioni, alcune ricostruzioni hanno denunciato la cultura dilagante di molestie all’interno di Ubisoft, portando a una serie di sospensioni, licenziamenti e separazioni di alto profilo. Maxime Béland, cofondatore della società, è stato accusato di aver tentato di soffocare una dipendente durante una festa di lavoro; Béland è stato sospeso e si è successivamente dimesso, così come Hascoët (Béland non ha mai confermato né smentito formalmente l’accusa). Business Insider ha riferito che Ubisoft ha licenziato Francois nel 2020.
Sebbene in questo momento le autorità si stiano concentrando su diverse persone chiave , Beckers afferma che le responsabilità individuali non devono “mettere in ombra la responsabilità più generale della società Ubisoft“. Non è ancora chiaro se contro Francois, Hascoët e gli altri arrestati saranno mosse accuse formali. Heather Haefner, portavoce di Ubisoft, ha dichiarato a Wired US che la società “non è a conoscenza di ciò che è stato condiviso e quindi non può commentare“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.