Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
OpenAI starebbe valutando l’ipotesi di fabbricare autonomamente i propri chip di intelligenza artificiale, progettati appositamente per eseguire operazioni legate all’AI e all’apprendimento automatico, prendendo in considerazione l’idea di acquisire un’azienda che li produce. Lo riporta l’agenzia Reuters, specificando che, al momento, la società di ChatGPT non ha ancora mosso alcun passo in tale direzione.
La grande scarsità e il costo elevato dei chip necessari allo sviluppo delle tecnologie di AI, rappresentano un problema per la società di San Francisco, che per ammissione del suo amministratore delegato, Sam Altman, ha la crescente necessità di acquisire un numero sempre maggiore di questi componenti. L’ad si è oltretutto lamentato pubblicamente della carenza di unità di elaborazione grafica, mercato dominato dalla californiana Nvidia, che ne controlla oltre l’80% a livello globale.
Sin dal 2020, OpenIi ha sviluppato le proprie tecnologie di intelligenza artificiale generativa su un supercomputer costruito da Microsoft, uno dei suoi più grandi sostenitori dell’azienda a livello finanziario. Questa macchina utilizza 10mila unità di elaborazione grafica (gpu) di Nvidia. Ma a costare di più alla società di Altman è proprio ChatGPT. Secondo un’analisi effettuata da Bernstein Stacy Rasgon e riportata dall’agenzia britannica, infatti, ogni richiesta effettuata al chatbot dagli utenti costa circa 4 centesimi all’azienda. Se le ricerche dovessero crescere fino ad arrivare anche solo a un decimo di quelle che vengono effettuate su Google, OpenAI avrebbe bisogno di circa 48,1 miliardi di dollari di gpu e 16 miliardi di dollari di chip all’anno per mantenere operativo ChatGPT.
Iniziando a sviluppare i propri AI chip in autonomia, OpenAI entrerebbe a far parte di un club ristretto formato da colossi della tecnologia come Alphabet e Amazon, che in passato hanno compiuto la stessa scelta strategica. Tuttavia, secondo gli esperti interpellati dall’agenzia Reuters, questo percorso si delinea lungo e in salita poiché richiederebbe investimenti da centinaia di milioni di dollari all’anno, lasciando comunque inalterata la dipendenza dell’azienda da fornitori commerciali come Nvidia e Advanced Micro Devices.