lunedì, Dicembre 2, 2024

Striscia di Gaza, la storia

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In quella zona si erano insediati i profughi palestinesi scappati a causa della guerra arabo-israeliana del 1948. Il Cairo è stato responsabile della Striscia fino al 1967, quando durante la cosiddetta Guerra dei sei giorni Israele è riuscito a occuparla. Il conflitto vedeva contrapposti Egitto e Siria contro Israele, che in quell’occasione si è rivelato capace di respingere i nemici fino a conquistare nuovi territori, tra cui anche una parte della Cisgiordania.

Gli accordi di Oslo

La presenza israeliana nella Striscia di Gaza è durata fino al 2005 quando, sotto la pressione della comunità internazionale, il premier israeliano Ariel Sharon ha ritirato le forze militari e gli insediamenti coloniali sviluppati nei quarant’anni di occupazione. Come stabilito dagli accordi di Oslo del 1993, Gaza avrebbe dovuto essere controllata dall’Autorità nazionale palestinese (Anp), con la quale Tel Aviv aveva stretto il patto. Nel 2006, però, a vincere le elezioni nella Striscia è stato il partito armato islamista Hamas. Questo evento ha portato Israele a imporre, nel 2007, l’embargo dei cieli e del mare palestinesi e il controllo di persone e beni in entrata e in uscita. In questo modo, Tel Aviv ha ottenuto un forte impoverimento della zona e un deterioramento dei servizi essenziali.

Come spiega oggi la Nbc, la Croce rossa internazionale ha dichiarato illegale l’embargo in quanto “punizione collettiva per le persone che vivono nella Striscia di Gaza”. Ciò costituisce una violazione della quarta Convenzione di Ginevra, che ha lo scopo di proteggere i civili che si trovano in mano nemica o in territorio occupato. Se i civili della Striscia sono messi in difficoltà dai blocchi israeliani, anche l’Egitto fa la sua parte: il Cairo ha più volte chiuso i suoi confini ai gazawi. Una piccola parte di loro esce dall’enclave palestinese ogni giorno per andare a lavorare in Israele, ma una volta finito il turno il rientro è obbligatorio. Agli altri cittadini della Striscia non è permesso varcare i confini se non in casi estremi, come ad esempio il bisogno di cure. Lo scorso anno l’organizzazione non governativa Human rights watch ha definito Gaza “una prigione a cielo aperto”.

Con le sue restrizioni sulla Striscia, Israele voleva indebolire Hamas. Tuttavia, il provvedimento ha sortito l’effetto contrario: la rabbia sociale è cresciuta sempre più, inducendo un’ampia parte della popolazione gazawa (mediamente molto giovane) a vedere nell’organizzazione terroristica l’unica alternativa alla violenza israeliana e all’incapacità politica dell’Anp.

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