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Tra il 1997 e il 2021, il volume delle piattaforme di ghiaccio dell’Antartide si è ridotto del quaranta per cento. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Leeds e pubblicato sulla rivista Science advances. La squadra di studiosi ha effettuato l’indagine analizzando oltre centomila immagini satellitari scattate, come riporta Teleambiente, dall’Agenzia spaziale europea (Esa).
Stando ai dati ottenuti dai ricercatori, negli anni presi in considerazione, su 162 piattaforme di ghiaccio presenti nell’area, 71 hanno visto una consistente riduzione delle loro dimensioni. 62 piattaforme hanno invece mantenuto in maniera piuttosto stabile la loro portata, mentre 29 hanno “guadagnato massa”. I ghiacci che hanno perso volume sono situati nel lato occidentale dell’Antartide, mentre quelli rimasti invariati e quelli che sono cresciuti si trovano sul fianco orientale del continente. Benjamin J. Davison, ricercatore dell’Università di Leeds e responsabile dello studio pubblicato da Science advances, ha spiegato il fenomeno dicendo che la parte occidentale dell’Antartide “è esposta all’acqua calda, che può erodere rapidamente le piattaforme di ghiaccio”. Gran parte dell’Antartide orientale, invece, pur essendo circondata da acque calde risulta protetta, nei pressi della costa, da una fascia di mare caratterizzata da temperature più basse.
Secondo gli scienziati che hanno pubblicato la ricerca, la consistente perdita di ghiaccio e la conseguente dispersione di acqua dolce nel mare sarebbero uno degli effetti della crisi climatica. In condizioni climatiche differenti, infatti, per gli studiosi i ghiacciai dell’Antartide dovrebbero vedere un ciclico aumento della loro massa. Le recenti osservazioni registrano invece che il ghiaccio andato perduto in questi ventisei anni non è stato rigenerato. Un fatto quasi inedito a parere dei ricercatori di Leeds che, dopo una rapida contrazione, si aspettavano una (pur lenta) ricrescita.
A settembre il Guardian ha pubblicato un altro studio, condotto da un’equipe francese e pubblicato sulla rivista Nature, secondo il quale l’Antartide si starebbe riscaldando più velocemente rispetto alla media globale e più di quanto previsto dai modelli climatici che monitorano la regione.