lunedì, Dicembre 2, 2024

Scaglioni Irpef, il governo Meloni li riduce a tre

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Dopo aver indicato la strada con una legge delega lo scorso marzo, il governo Meloni con la sua seconda legge di bilancio ha dato definitivamente il la all’accorpamento dei primi due scaglioni dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef).

Come riporta Il Sole 24 Ore, se finora la tassazione prevista era stata del 23% sui redditi lordi non superiori ai 15mila euro e del 25% su quelli tra i 15mila e i 28mila, in futuro la platea dei contribuenti interessati dall’aliquota più bassa sarà dunque estesa a tutti coloro che percepiranno un reddito non superiore ai 28mila euro annuali. Resteranno immutati, invece, gli altri due scaglioni: per chi guadagnerà tra i 28 e i 50mila euro, l’aliquota sarà sempre pari al 35%, mentre per i redditi superiori ai 50mila euro essa non varierà rispetto a quota 43%.

L’esecutivo ha inoltre stabilito di rendere effettiva un’altra novità che aveva previsto la scorsa primavera: la soglia di no tax area per i redditi di lavoro dipendente sarà aumentata fino a quota 8.500 euro, parificata cioè a quella già vigente a favore dei pensionati.

Il costo dell’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, nella relazione tecnica della bozza del decreto legislativo che accompagna la manovra e vagliata in consiglio dei ministri, è stimato in circa 4,1 miliardi di euro. È inoltre prospettata una variazione di gettito “di addizionali regionale e comunale rispettivamente di -28,2 e -10,8 milioni di euro, per una variazione totale di circa -4.149,9 milioni di euro”.

La riduzione da quattro a tre scaglioni Irpef è la seconda in pochi anni stabilita dall’esecutivo. Con la legge di bilancio 2022 il governo Draghi ne aveva infatti abbassato il numero da cinque a quattro. Con questa misura, il sistema fiscale italiano muove i primi passi lungo il percorso che dovrebbe portare alla flat tax, una delle principali promesse del centrodestra nell’ultima campagna elettorale per le politiche.

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