martedì, Dicembre 3, 2024

AstroWired: For All Mankind – Spazio, denaro e (fanta)politica

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Questo episodio di AstroWired, il settimo della seconda stagione, inizia in modo diverso rispetto al solito: parte da qualcosa di lontano dalla fantascienza e dallo spazio, cioè da una scena dell’ultima stagione di Boris.

I tre iconici sceneggiatori de Gli occhi del cuore, la fiction cui la troupe di Boris sembra lavorare da sempre, incontrano Alessandro, il fu “schiavo” del set, diventato un pezzo grosso di una piattaforma streaming americana. Alessandro cerca di spiegare il concetto di ‘storia’ che hanno nella sua società: parla di “authenticity”. Al che, uno degli sceneggiatori, tornato a trattare il ragazzo con la sufficienza dei vecchi tempi, gli risponde: “Ucronia, Alessandro: in italiano si dice ucronia. L’America non se la sono scoperta da soli”.

L’ucronia è il racconto fantastico di un mondo parallelo al nostro, in cui le premesse sono le stesse, ma, a un certo punto, per uno o più aspetti la storia diverge e inizia a produrre esiti differenti, separati, non di rado opposti al mondo come lo conosciamo.

Fra gli esempi recenti di narrazioni ucroniche, invero un genere poco battuto fino a una decina di anni fa, il più potente e strutturato è, con pochi dubbi, For All Mankind. Prodotta per Apple Tv, è una serie ideata e scritta da Matt Wolpert, Ben Nedivi e Ronald D. Moore (quest’ultimo anche creatore e sceneggiatore di Battlestar Galactica dal 2004 al 2009, nonché autore dello spin off Caprica e di Philip K. Dick’s Electric Dreams).

L’idea da cui si muove For All Mankind è semplice: gli americani non sono sbarcati per primi sulla Luna. Cioè, avrebbero potuto, ma il capitano della missione Apollo 10, Ed Baldwin, si lascia sfuggire che la decisione di rinviare l’allunaggio sia stata il frutto di un’eccessiva prudenza della Nasa, imputabile, nientemeno, che a Wernher Von Braun, lo scienziato balistico tedesco passato – e questa, beninteso, è una storia vera – dalla costruzione dei missili V2 che terrorizzarono Londra durante la seconda guerra mondiale al programma spaziale statunitense.

Come nella migliore tradizione ucronica, un dettaglio può cambiare tutto. Stricto sensu, visto che l’allunaggio non statunitense comporta che il mondo intero si evolva non come ha fatto in realtà. E una sottolineatura capace di esaltare l’importanza strategica che oggi lo spazio e la sua economia hanno a livello globale.

Proprio di questo racconta il nuovo episodio di AstroWired. E lo fa, dopo aver descritto For All Mankind, chiacchierandone con Simonetta Di Pippo, per otto anni direttrice dell’Unoosa, cioè l’Ufficio per gli affari dello spazio extra-atmosferico delle Nazioni Unite, e oggi alla direzione dello Space Economy Evolution Lab di Sda Bocconi School of Management.

In studio Emilio Cozzi, alla produzione Livio Magnini e Banana Studios. Coordinamento di Luca Zorloni.

Buon ascolto. O per aspera ad astra.

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