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Negli ultimi anni, il progressivo diffondersi dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite, dall’ambito lavorativo a quello sociale, è divenuto un tema sempre più centrale, che sta suscitando grande attenzione, nonché accesi dibattiti, alimentati dall’entusiasmo di molti e dal timore dei più scettici, in merito all’utilizzo di tali tecnologie.
Se numerosi sono i risvolti positivi connessi all’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale, in grado di semplificare sensibilmente la qualità e l’organizzazione del lavoro, nonché di sollevarci dall’onere di svolgere mansioni usuranti o ripetitive, d’altra parte questi strumenti comportano una serie di rischi e difficoltà, portando ad emersione tutti i limiti dei nostri mezzi di legiferazione e regolazione, che da sempre mostrano una certa fatica a tenere il passo con l’innovazione tecnologica. Le applicazioni dell’intelligenza artificiale sono svariate e spaziano da automobili e mezzi a guida autonoma, a chat bot e smart home, all’automatizzazione di processi inerenti alla pipeline produttiva. Tra questi utilizzi, quello (forse) meno noto, ma di estremo rilievo, è il ricorso all’intelligenza artificiale nel settore dei mercati d’investimento.
Il mondo finanziario ha, infatti, assistito nell’ultimo ventennio a una progressiva digitalizzazione, vedendo un crescente impiego operativo di sistemi “non umani”: tra questi, un ruolo tutt’altro che marginale è ricoperto dal cd. HFT (High Frequency Trading). I programmi di trading ad alta frequenza sono dei software informatici in grado di eseguire numerose transazioni finanziarie in poche frazioni di secondo. L’HTF rappresenta uno dei molteplici e variegati strumenti che può essere ricondotto alla macrocategoria dei sistemi di intelligenza artificiale.
Questi, in ambito finanziario, vengono distinti in sistemi “deboli” e sistemi “forti”: i primi si caratterizzano per essere software meramente esecutivi, che danno attuazione a precisi ordini loro impartiti e necessitano, quindi, di ricevere istruzioni da parte del supervisore – programmatore umano. Tradizionalmente, l’HFT viene fatto rientrare in questa categoria, fondandosi sostanzialmente sull’esecuzione di molteplici e massicci input di vendita e acquisto, preventivamente assegnati dal gestore umano e meramente eseguiti dalla macchina. Al contrario, un sistema di intelligenza artificiale c.d. forte è dotato di una capacità decisionale e di apprendimento autonoma, potendo, in questo modo, generare degli output sempre meno dipendenti dagli input immessi dal supervisore.