lunedì, Dicembre 2, 2024

Taxi, Roma è tra le capitali europee con meno auto bianche

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Un’indennità di 3 euro per ogni corsa in taxi per compensare i ritardi causati dal traffico per i lavori per il Giubileo. E stop alla tariffa fissa da 31 euro per le corse dall’aeporto di Fiumicino verso il centro della città. Sono queste le richieste avanzate dai tassisti di Roma mentre si discute dell’aumento delle licenze, consentito dal recente decreto asset.

Un decreto che, stando alle stime di Wired, genererebbe mancati introiti per il comune di Roma per poco meno di 55 milioni di euro, dal momento che prevede che il 100% degli introiti e non più l’80% sia redistribuito a titolo di indennizzo ai tassisti. I quali incasserebbero 35mila a testa, nell’ipotesi che le nuove licenze siano rilasciate al costo di 175mila euro. Ovvero la stessa cifra chiesta nel bando più recente, quello di Bologna del 2018, secondi i dati raccolti nell’inchiesta che questa testata ha dedicato ai taxi. Ma, oltre ai 7.838 taxi attivi nella capitale, quante sono le auto bianche nel Lazio? Wired a provato a chiederlo alla Regione, che però ha risposto picche.

La Regione Lazio non possiede i dati

“La scrivente sruttura non detiene i dati, le informazioni ed i documenti richiesti, essendo la tematica in oggetto di competenza degli Enti locali”. Così lo scorso 11 luglio la direzione generale Infrastrutture e mobilità della Regione Lazio rispondeva all’istanza di accesso che Wired ha rivolto a tutte le regioni e province autonome con l’obiettivo di conoscere il numero delle licenze per taxi e auto a noleggio con conducente (ncc) concesse sul territorio. Un tentativo legato al fatto che ci sono realtà, come la Lombardia, nelle quali è la regione ad autorizzare le licenze, su richiesta dei singoli comuni. In Lazio, però, le cose non stanno così. E la regione non ha una banca dati relativa alle auto bianche in circolazione.

La situazione a Roma

Nella capitale, come detto, i taxi in circolazione sono poco meno di 8mila. Oltre a questi sono in servizio 1.023 ncc, uno ogni 7,66 auto bianche. Rispetto alla popolazione, oggi ci sono 28,5 licenze ogni 10mila abitanti, con l’aumento legato al decreto si salirebbe fino a 34,2. Sono tante? Sono poche? Valga il confronto con le altre principali capitali europee.

Impietoso il confronto con Londra e Parigi, dove in rapporti alla popolazione circola il triplo dei taxi. E, bene ribadirlo, il dato rappresentato è quello relativo alle licenze potenziali garantite dal decreto asset. Ovvero quelle attualmente attive più un incremento del 20%. Né bisogna dimenticare che in tutte le città considerate sono attivi servizi simili a quell’Uber tanto odiato dai tassisti italiani.

Abbiamo chiesto alle prime 50 città in Italia un accesso agli atti sulle licenze dei taxi. Scoprendo che c’è chi non fa un bando per rinnovarle dal 1977. Che a Roma e Milano il settore è fermo da 20 anni. E che a Firenze e Bologna una nuova licenza costa 175mila euro. Ma 140mila vanno agli altri tassisti. Tutti i numeri

La trasparenza a pagamento del Campidoglio

Lo scorso 10 luglio, un paio di settimane dopo la presentazione dell’istanza di accesso agli atti, il comune di Roma rispose alla richiesta di Wired con un bollettino di pagamento del valore di 15,20 euro. Una somma ottenuta sommando ai 7,50 euro richiesti per coprire i diritti di ricerca (ovvero il lavoro del dipendente comunale che recupera i dati) ai 10 centesimi per ogni foglio stampato.

Richiesta alla quale è stato risposto innanzitutto che i dati erano richiesti in formato digitale, senza cioè che fosse necessario, da parte del Comune, stampare alcunché. Mentre, per quanto riguarda i diritti di ricerca, è valso il riferimento all’articolo 4 della circolare 1 del 2019 del Dipartimento per la Funzione pubblica del ministero della Pubblica amministrazione.

Il documento, dedicato appunto a chiarire l’applicazione della norma sull’accesso generalizzato, chiarisce infatti che “il decreto trasparenza stabilisce che chiunque ha diritto di fruire gratuitamente di tutti i documenti, le informazioni e i dati oggetto di accesso civico”. E che “è possibile addebitare al richiedente i soli costi di riproduzione e di spedizione dei documenti (se superiori a 20 pagine), mentre la consultazione in loco e l’accesso elettronico o tramite i registri è gratuita. La natura fondamentale del diritto di accesso civico generalizzato esclude che il rimborso possa costituire una barriera economica in grado di ostacolare l’esercizio del diritto”. Tanto è bastato perché dal Campidoglio arrivassero i numeri relativi ai taxi in circolazione e non quelli legati a pagamenti non dovuti.

La situazione a Latina

L’inchiesta di Wired ha riguardato le 50 città più popolose d’Italia. Oltre alla capitale, l’unica altre realtà del Lazio che rientra in questo gruppo è Latina. Qui, a fronte di una popolazione che supera le 126mila unità, sono appena 18 le licenze taxi concesse dal comune. A queste si aggiungono 26 licenze per i gli Ncc, circostanza che rende Latina una di quelle città in cui il numero delle auto a noleggio con conducente sono di più di quelle bianche. Qual è il motivo? Wired lo ha chiesto all’ufficio stampa del Comune, con una mail inviata lo scorso 22 agosto. Un’email che, però, non ha mai ricevuto risposta.

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