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“Abbiamo un gruppo per coordinarci e decidere chi deve scrivere quali note. Quando ne scrivi una, puoi organizzarti per fare in modo che venga votata come utile, e su tutto questo non c’è nessuna verifica“, dice il collaboratore. La fonte sostiene che anche le ambasciate russe adottano tattiche simili e che “valutano negativamente tutto ciò che è anti-russo“. Un’analisi condotta da Wired US mostra che le note scritte da membri del Nafo relative a post contestati delle ambasciate russe vengono sistematicamente respinte.
Un collaboratore che vive nell’emisfero meridionale ha raccontato di avere due account su X e che entrambi hanno ottenuto il via libera per accedere al sistema delle Note della collettività, a riprova del fatto che il programma potrebbe essere vulnerabile a una manipolazione ancora più ampia, analogamente a come i troll del Cremlino hanno influenzato le elezioni americane del 2016 gestendo più account Twitter e spacciandosi per cittadini statunitensi.
La nascita del progetto e i primi dubbi
Le Note della collettività – che erano nate con il nome di Birdwatch – sono state annunciate per la prima volta nell’ottobre 2020, entrando poi in funzione con un progetto pilota nel gennaio 2021, poche settimane dopo l’assalto dei sostenitori di Donald Trump al Campidoglio degli Stati Uniti. Il progetto, pensato come un modo per sfruttare gli utenti allo scopo di smascherare la disinformazione quasi in tempo reale – non è mai stato pienamente adottato dall’azienda, che nel marzo dello scorso anno, subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, è stata criticata per non averlo applicato in modo più ampio.
All’epoca, all’interno dell’azienda circolava una certa apprensione circa l’efficacia dello strumento per il controllo della qualità delle informazioni, spiega a Wired US Yoel Roth, ex responsabile del settore Fiducia e della sicurezza di Twitter. “Nel team Fiducia e sicurezza c’era la convinzione che le persone non avrebbero svolto un lavoro non retribuito su larga scala, e che quello che avrebbe attirato l’attenzione di Birdwatch non corrispondeva necessariamente alle cose dannose che costituivano violazioni delle norme“, dice Roth.
Questa tesi è stata poi confermata, almeno in parte. Uno studio presentato a una conferenza nell’aprile del 2022 da ricercatori del Mit ha rilevato che gli utenti di Birdwatch sono molto più propensi a verificare i post che esprimono opinioni politiche diverse dalle loro. David Rand, ricercatore principale dello studio e professore della Sloan school of management del Mit, afferma che anche se circa l’80 per cento dei tweet che gli utenti hanno scelto di integrare erano di fatto fuorvianti, i collaboratori del progetto tendevano a dare la priorità ai contenuti politici. Gli utenti tendevano inoltre a valutare un contenuto basandosi su cosa sembrasse “ragionevole” dal loro punto di vista, ma non è chiaro se erano in possesso delle competenze per smontare la disinformazione o offrire informazioni alternative e corrette.