Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Intesa Sanpaolo e Isybank, la banca digitale del gruppo, avrebbero comunicato in maniera “ambigua” e “diffusa con modalità che non sembrano coerenti con l’importanza della questione trattata” a centinaia di migliaia di correntisti il trasferimento dalla prima alla seconda. È quanto si legge in una nota diffusa dall’Antitrust. L’autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) annuncia l’avvio di un procedimento istruttorio nei confronti dei due istituti.
Sono state in tutto circa duemila le segnalazioni pervenute all’autorità relativamente alla migrazione di clienti dalla banca nata nel 2007 dalla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi a quella attiva da inizio 2023, giustificata dal gruppo presieduto da Gian Maria Gros-Pietro dalla natura “prevalentemente digitale” degli utenti da essa ricompresi. In particolare, i clienti migrati a Isybank, secondo Intesa Sanpaolo, hanno familiarità con i servizi e i canali digitali, o vi sono, tra questi, “consumatori che, in ogni caso, fanno un utilizzo nullo o limitato della filiale”.
La situazione:
Che cosa è successo
Seppure nella comunicazione ufficiale sia stata data ai clienti interessati la possibilità di dichiararsi “non prevalentemente digitali”, diversi consumatori hanno denunciato all’Antitrust che l’avviso sarebbe stato inviato nell’internet banking o sull’app di Intesa Sanpaolo senza un contorno di maggiore evidenza rispetto agli altri, in un periodo dell’anno coincidente per buona parte dei correntisti con quello dedicato alle ferie estive.
Tutto questo ha fatto sì, secondo la tesi di correntisti e Antitrust, che i clienti non avessero contezza del trasferimento del proprio conto presso Isybank. Molti di loro sarebbero peraltro venuti a conoscenza della vicenda solo dopo la data ultima fissata dal gruppo bancario per rifiutare il passaggio da un istituto all’altro. Possibilità che non sarebbe stata sottolineata con la giusta dose di chiarezza.
Il passaggio probabilmente fondamentale della nota dell’Antitrust riguarda però alcune “importanti modifiche delle condizioni contrattuali in essere con Intesa Sanpaolo e delle modalità di fruizione del servizio”. In particolare, il trasferimento da un istituto all’altro comporterebbe per i clienti coinvolti la perdita di sportelli fisici ai quali rivolgersi e la possibilità di interagire con la banca solo attraverso smartphone, nemmeno quindi tramite browser. Situazioni che, unite ad altre mancanze, comporterebbero per alcuni correntisti un aumento dei costi di tenuta del conto.
Le reazioni
“Una prima vittoria importante che speriamo porti ora Intesa Sanpaolo a rivedere subito le sue posizioni, consentendo ai clienti contrari al trasferimento di restare con loro. L’Authority ha accolto le nostre tesi sulla modalità con cui si è comunicato il trasferimento, come se fosse una qualunque ordinaria comunicazione, senza alcuna importanza, girata durante le vacanze, dando un termine troppo ravvicinato, quello del 30 settembre, per esprimere il proprio dissenso“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.