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La Striscia di Gaza è stata divisa in due dall’esercito di Israele. L’intero territorio settentrionale è stato tagliato fuori dal resto dell’enclave palestinese, da una lunga colonna di mezzi corazzati, e l’accerchiamento di Gaza City è ormai completo. I miliziani di Hamas, asserragliati nella città, non possono più scappare o contare su aiuti esterni e nemmeno i tunnel più estesi possono condurli oltre le linee nemiche.
L’invasione israeliana è ormai quasi al suo apice. L’esercito di Tel Aviv dovrebbe entrare a Gaza City tra il 6 e il 7 novembre, dove si consumerà quella che sembra essere l’ultima battaglia di Hamas, si legge su Associated Press. Secondo Israele, infatti, ciò che resta delle milizie palestinesi si troverebbe trincerato nella città, dove sono pronte a combattere strada per strada, tunnel per tunnel, in uno scontro preparato e previsto da anni.
A Gaza City Hamas ha il vantaggio strategico di conoscere ogni angolo di territorio e padroneggiare perfettamente i propri spostamenti, attraverso la fitta rete di tunnel sotterranei dove l’organizzazione ha operato per anni, lontana dagli occhi israeliani. Tuttavia, Israele può contare su una netta supremazia militare, tecnologica e logistica su tutto il resto del territorio, che mette Hamas nella condizione di affrontare una battaglia all’ultimo sangue, senza via d’uscita.
Dall’inizio delle prime operazioni di terra, il governo israeliano ha esortato la popolazione palestinese a spostarsi nella zona meridionale della Striscia e, nelle ultime settimane, circa 1 milione e mezzo di persone si è spostata a sud, il 70% del totale. In questo modo, il nord della Striscia è ormai una terra di nessuno, dove le forze di occupazione israeliane possono muoversi considerando chiunque un obiettivo militare.
In più, per quanto estesi, i tunnel di Hamas sembrano non arrivare fino alla parte meridionale della Striscia e, con il totale controllo della parte settentrionale, Israele conta di riuscire a intercettare chiunque provi a tentare la fuga. La cancellazione di Hamas, obiettivo dichiarato di Tel Aviv, sembra quindi questione di giorni e, come riporta Reuters, Abu Mazen, leader dell’Autorità nazionale palestinese che governa la Cisgiordania, è già stato indicato come figura chiave per il futuro amministrativo di Gaza post invasione dal segretario di Stato degli Stati Uniti, Anthony Blinken.