martedì, Dicembre 10, 2024

Albania-Italia, accordo sui migranti: cosa c'è scritto

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L’apertura e la gestione dei due centri per migranti in Albania, prevista dal protocollo di intesa firmato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e da primo ministro albanese Edi Rama, saranno completamente a carico dall’Italia. Lo riporta il testo del protocollo diffuso dalle autorità dei due paesi, che però non indica cifre precise su quanto tutto ciò verrà a costare ai contribuenti italiani.

Il sito Gogo.al ha pubblicato il protocollo prima di Palazzo Chigi. E in base a quanto riportato, l’Italia dovrà versare all’Albania un anticipo di 16,5 milioni di euro per realizzare le due strutture presso il porto di Shengjin e nel villaggio di Gjader, entro 90 giorni dall’entrata in vigore dell’accordo.

Anche l’intera gestione delle strutture sarà responsabilità italiana, sia a livello di personale che dell’effettiva costruzione dei centri. Roma dovrà infatti inviare il Albania funzionari e dipendenti italiani, che non avranno bisogno di permessi di soggiorno o visti, ma riceveranno un semplice documento di riconoscimento. Il personale non sarà soggetto alla legislazione albanese mentre all’interno delle strutture, ma solo una volta usciti dai centri.

Al contrario, le autorità albanesi non potranno entrare nei centri se non in caso di incendio o altri gravi pericoli che richiedono un intervento immediato, ma saranno responsabili della sicurezza all’esterno delle strutture. Per esempio, dato che i migranti non hanno il permesso di lasciare i centri, sarà compito delle autorità albanesi riportarli indietro dopo la cattura. Nei centri possono invece entrare avvocati e rappresentanti delle organizzazioni internazionali e dell’Unione europea per dare assistenza ai migranti.

Per quanto riguarda i migranti ospitati, dovranno essere solo maschi adulti e potranno restare in Albania solo per il tempo strettamente necessario a svolgere le procedure di richiesta di asilo o rimpatrio, previste dalle normative italiane ed europee, anche se Tirana non fa parte dell’Unione europea. Tuttavia il protocollo non chiarisce dove verranno portati i migranti che dovessero vedere la loro richiesta di asilo rifiutata dall’Italia, ma specifica che tutte le spese saranno comunque a carico di Roma.

L’accordo, diviso in 14 articoli, resterà in vigore per cinque anni, rinnovabili per altri cinque. Le due parti possono però ritirarsi dal protocollo presentando un avviso entro 6 mesi dalla sua data di scadenza. Infine, l’Italia si impegna a restituire all’Albania la sovranità delle aree usate per le strutture una volta chiuso il protocollo.

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