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Unwanted– Ostaggi del mare è una di quelle serie impossibili da giudicare senza aver visto prima tutti gli episodi, dal primo all’ultimo. Per fortuna arrivare all’ottavo episodio non è affatto difficile, grazie alla tensione narrativa e al ritmo incalzante della serie. Spettacolare e avvincente, prodotta da Sky Studios con Pantaleon Films e Indiana Production e disponibile su Sky e Now, è liberamente ispirata al libro-inchiesta di Fabrizio Gatti Bilal (ed. La Nave di Teseo). Ora, affrontare a pieno viso il tema dei migranti in mare oggi è già di per sé impresa notevole e controversa, ma Stefano Bises insieme ad Alessandro Valenti, Bernardo Pellegrini e Michela Straniero puntano ancora più in alto, mirando a raccontare per contrasto le due facce della medaglia del fenomeno.
Da una parte i migranti allo stremo, salvati in mare da un terribile naufragio dal comandante di una nave da crociera. Dall’altra gli ospiti di quella nave, cioè gli europei, i benestanti e benpensanti d’Occidente, il cui massimo sforzo quotidiano è scegliere il buffet o il corso d’animazione del giorno. E’ intelligentemente tutta costruita su questo contrasto “noi/ loro” la serie, e questo costante paragone la rende interessante ad ogni episodio di più: la nave da crociera si rivela presto una metafora efficace, una metonimia addirittura, il microcosmo perfetto per raccontare quelli che siamo diventati e l’entropia che si scatena nel momento dell’incontro con l’altro, il diverso da noi, lo “straniero”.
L’elegante regia del tedesco Oliver Hirschbiegel fa il resto, regalando sequenze spettacolari (le fiamme in mare, il tuffo dalla nave da crociera, il viaggio nel deserto), senza mai cadere nella tentazione di spettacolarizzare il dramma o il trauma dei suoi personaggi. La serie ha il merito di mantenere uno sguardo plurale, corale, di sospendere ogni giudizio per raccontare una storia coinvolgente sul delicato crinale tra salvataggio ed espulsione (vedrete perché) mantenendo sempre un tono accorato, concitato, a tratti persino ironico, grazie a personaggi come il migrante albino innamorato di Mbappè che meriterebbe uno spin-off. Marco Bocci interpreta un comandante dilaniato dai dubbi, che non esita a salvare i naufraghi, ma tende a obbedire all’ordine del governo italiano di riaffidarli alla guardia libica. Jessica Schwartz, accanto a lui in cabina di comando, ha le idee più chiare: viene prima l’umanità, poi il dovere di obbedire. E’ solo uno dei tanti dilemmi etici che apre la visione di questa serie, che retoricamente potremmo definire “necessaria”, ma preferiamo consigliarvela caldamente per la sua potenza visiva unita a uno spessore dei contenuti sempre più raro da trovare.