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L’Al-Shifa, il più grande ospedale di Gaza, è diventato un cimitero. Circa 180 persone, compresi pazienti in terapia intensiva e minori, sono morte a causa dell’assenza di elettricità o per i bombardamenti di Israele. I superstiti stanno scavando una fossa comune nel cortile della struttura per disporre dei corpi, che per ora si trovano avvolti in sudari improvvisati all’esterno dell’edificio o nelle stanze frigorifere che però non funzionano più.
Secondo Tel Aviv, nei sotterranei dell’Al-Shifa si troverebbe il quartier generale di Hamas. Per questo, da più di una settimana, è stato circondato e isolato dal mondo dalle forze di occupazione israeliane e sottoposto a bombardamenti. Sia Hamas che il personale dell’Al-Shifa hanno rigettato le accuse di Israele. Nel frattempo, però, i medici palestinesi stanno curando i feriti e i degenti intrappolati nell’ospedale come possono, al buio, senza apparecchiature elettroniche, ossigeno e anestesia.
Dei 39 neonati presenti nella struttura, tre sono morti dopo che le incubatrici hanno smesso di funzionare per l’assenza di corrente elettrica e i 36 ancora in vita sono stati messi a gruppi di otto per letto, così da scaldarsi a vicenda sotto coperte e vestiti, dato che i riscaldamenti non funzionano più. Secondo quanto riporta Reuters, Tel Aviv dice di aver messo a disposizione delle incubatrici portatili a batteria per poterli far uscire dall’ospedale, ma i palestinesi sostengono non ci siano stati accordi per procedere all’evacuazione.
Nell’ospedale, come ha dichiarato a Reuters il chirurgo Ahmed El Mokhallalati, stanno proliferando le infezioni, anche a causa dei corpi in decomposizione all’interno e all’esterno della struttura, e quando piove non possono nemmeno aprire una finestra per far circolare l’aria. Secondo El Mokhallalati e altre testimonianze raccolte per telefono all’interno dell’Al-Shifa dal Guardian, nessuno può lasciare l’edificio, perché i soldati israeliani sparano a chiunque metta piede fuori dal perimetro. Al contrario, Israele nega l’assedio e sostiene che le sue forze permettano l’uscita a chi si trova nell’ospedale.
Tel Aviv ha promesso di distruggere Hamas fino all’ultimo uomo, ma per farlo sta usando una brutalità che ha fatto sollevare condanne da molte organizzazioni internazionali, compresa l’Unione europea, per la mancanza di riguardo nel risparmiare vittime civili. Secondo l’organizzazione umanitaria Euro-med human rights monitor, le forze israeliane avrebbero anche aperto il fuoco contro dozzine di civili palestinesi in fuga da Gaza City, mentre stavano attraversando il corridoio umanitario sull’autostrada Salah al-Din.