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Una piattaforma unica, di Stato, per gestire l’acquisto dei biglietti di alcuni tra i principali musei italiani. Dagli Uffizi di Firenze al parco archeologico del Colosseo. È questo lo scopo di Ad Arte, il progetto su cui da qualche mese è al lavoro il ministero della Cultura. Un sistema unico di bigliettazione, via sito o app, connesso a PagoPa, la piattaforma dei pagamenti verso la pubblica amministrazione, che manda in pensione l’attuale gestione affidata a operatori privati. A pagare il nuovo canale di prenotazione sono risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Lo scorso 9 maggio, come raccontato da Il Sole 24 Ore, la direzione generale musei del ministero, guidata da Massimo Osanna, ha diffuso una circolare per avvertire i 44 istituti italiani che godono di una certa autonomia gestionale (passati a 60 a luglio e tra i quali ricadono, tra gli altri, la Pinacoteca di Brera di Milano, la Galleria Borghese di Roma e la Reggia di Caserta) che sui biglietti si cambia. Stop agli appalti esterni, largo alla piattaforma pubblica Ad Arte. Attraverso una richiesta di accesso pubblico agli atti, Wired è ora in grado di ricostruire il costo della piattaforma, i nomi degli sviluppatori, il processo che ha portato al varo del progetto e alcuni aspetti gestionali relativi alla chiusura dei contratti attivi.
La situazione:
Quanto costa Ad Arte
Partiamo dai conti. Ad Arte costerà alle casse pubbliche 1,218 milioni di euro. Ad aggiudicarsi l’appalto è una cordata guidata da Almaviva, uno dei più grandi operatori italiani del segmento informatico, e composta dalla controllata Almawave, dalla filiale italiana della società spagnola Indra e da Intellera, società della consulenza consulenza nata da una costola della multinazionale Pricewaterhouse Coopers. La commessa ricade sotto un contratto quadro per la digitalizzazione bandito da Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, nel lontano 2014. E di cui le quattro aziende si aggiudicano un lotto nel 2017, pari a 400 milioni. Nel 2022 l’accordo viene ricaricato del 50%. In soldoni, sono 200 milioni in più per servizi svolti per enti dello Stato. Come il ministero della Cultura, che fa valere la convenzione per la sua piattaforma di biglietti.
L’aggiudicazione avviene il 7 dicembre 2022, ma sul sito del dicastero l’allegato viene pubblicato il 9 novembre 2023. Nelle stesse ore in cui lo riceve Wired, dopo la richiesta di accesso agli atti. Per pagare lo sviluppo della piattaforma, il ministero guidato da Gennaro Sangiuliano fa uso di fondi del Pnrr. La missione 1, dedicata alla digitalizzazione, prevede investimenti specifici per la cultura: circa 300 milioni di euro, per rendere monumenti e beni storici più accessibili. Dalla rimozione delle barriere architettoniche (circa 254 milioni) alla formazione del personale (6 milioni).