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“Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto”. Questa frase, ispirata a una poesia del 2011 della scrittrice peruviana Cristina Torres Cáceres, è stata riproposta da Elena Cecchettin, sorella di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa 22enne di Vigonovo morta nei pressi del lago Barcis, vicino Pordenone. Filippo Turetta, l’ex fidanzato, accusato di averla uccisa, è stato arrestato in Germania dopo una settimana di fuga con la sua auto.
La frase è diventata virale sui social ed è diventata anche lo slogan dei sit-in organizzati dalle attiviste in varie città italiane, da Milano a Padova, da Roma a Firenze e oltre, i giorni che sono seguiti al ritrovamento della ragazza. Un modo per salutare Giulia Cecchettin ma soprattutto per dire stop alla violenza sulle donne, perché quella rabbia, quel dolore siano il motore per innescare un cambiamento. Proprio per questo il 25 novembre di quest’anno è una data cruciale, per tutti e tutte.
Il 25 Novembre e i dati del Viminale
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999 in memoria delle sorelle Mirabal, tre attiviste politiche uccise in Repubblica Dominicana nel 1960. Si tratta di una data simbolica che non vuole solo richiamare l’attenzione su fenomeno diffuso e su un crimine efferato, qual è il femminicidio, ma che chiede con un urgenza un posizionamento politico netto, obiettivi solidi, come l’educazione al consenso e finanziamenti ai centri antiviolenza.
Come ha scritto perfettamente Ginevra Lamberti su Domani: “Il femminicidio è la prova plastica che la violenza di genere non è un raptus, ma uno strumento per disciplinare. Vengono disciplinate le donne che non si adeguano al ruolo di proprietà così come le donne che si adeguano. Il fulcro non è la soddisfazione del compito richiesto alla vittima, bensì l’esercizio di potere su quest’ultima. L’esercizio di potere è assoluto, poiché la vittima è roba, possedimento, oggetto spersonalizzato”.
I dati del Viminale, relativamente al periodo 1 gennaio – 12 novembre 2023 riportano che sono 102 le donne uccise, di cui 82 in ambito familiare/affettivo; di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner/ex. Questi dati ci riportano ancora una volta alla mente che si tratta di una questione culturale, di una mentalità diffusa nella società per cui serve educazione, nelle case e nelle scuole, educazione sessuale e affettiva. Per questo, anche se non basta, è comunque importante riflettere e partecipare tutti insieme a questo 25 novembre. Ecco alcune iniziative.