mercoledì, Dicembre 4, 2024

Morbillo, i casi sono in aumento

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Così come accadeva alla fine del 2022, quando l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e i Centers for disease control and prevention (Cdc) lanciavano l’allarme sul morbillo a causa delle mancate vaccinazioni, la storia si ripete anche quest’anno. Il nuovo report sulla malattia delle due istituzioni sanitarie fotografa infatti una situazione critica sul morbillo – una malattia tutt’altro che banale – con 33 milioni di bambini a rischio per non aver ricevuto neanche una dose di vaccino.

Erano 40 milioni lo scorso anno, è vero, e anche le istituzioni sottolineano i passi avanti compiuti nel 2022 per recuperare le vaccinazioni mancanti. Ma quei 33 milioni – di cui 22 senza nessuna copertura, mancando della prima dose – sono ancora troppi. E gli effetti, purtroppo, sono più che mai evidenti: nel 2022 ci sono stati 9 milioni di casi e 136 mila morti, entrambi in aumento rispetto all’anno precedente, di oltre il 40% per i decessi. Sono aumentati anche in maniera preoccupante i paesi interessati dalle epidemie, salendo a 37 dai 22 dell’anno precedente.

La paura per i più piccoli

Se la fotografia sullo stato del morbillo è già di per sé preoccupante, e lo è da anni ormai, a renderla ancora più allarmante è il fatto che i morti si concentrino nell’età infantile e in alcune regioni più di altre: Angola, Brasile, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, India, Indonesia, Madagascar, Nigeria, Pakistan e Filippine sono i paesi dove si concentrano il numero di bambini non vaccinati. In generale sono – ancora – quelli a basso reddito i paesi con le situazioni più critiche, dove la copertura vaccinale per la prima dose è intorno al 66%. Sono dell’83% a livello globale (74% per la doppia dose), in calo rispetto al massimo dell’86% del 2019.

Le coperture per tenere a bada la malattia sono del 95% e nemmeno il nostro paese riesce a raggiungere, attestandosi a livelli di copertura di poco inferiori al 94% a 24 mesi, quindi con una prima dose (globalmente, tra i paesi Oms, solo il 34% supera la soglia del 95% per la prima dose). Oggi in Italia, dopo i picchi del 2017 e un elevato numero di casi anche negli anni a seguire, il morbillo è quasi scomparso: l’ultimo bollettino sul tema segnala che nei primi mesi dell’anno sono stati 11 i casi tra confermati e possibili (di cui 9 non vaccinati).

Il problema – che in Italia era stato affrontato dal decreto Lorenzin, con effetti evidenti – rimane soprattutto come osservato per i paesi a basso reddito. Sono loro, soprattutto i più bisognosi di intervento: “È fondamentale che tutti i paesi e i partner globali lavorino per accelerare la ripresa dei programmi di vaccinazione e sorveglianza verso l’obiettivo finale dell’eliminazione del morbillo a livello regionale”, scrivono gli autori a conclusione del loro report. Riprendendo, auguratamente, i progressi fatti a partire dagli anni Duemila: da allora globalmente la mortalità si è sì ridotta dell’82% e i casi si sono ridotti a un quarto, ma i progressi fatti sono stati messi a rischio dal calo delle coperture vaccinali, con la pandemia, ma anche prima a onor del vero, come nell’anno nero del 2019.

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