mercoledì, Dicembre 4, 2024

Intelligenza artificiale, a Parigi un super laboratorio da 300 milioni

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Parigi – La Francia non vuole perdere il treno dell’intelligenza artificiale, che fino a oggi parrebbe aver lasciato indietro il Vecchio Continente, e per farlo mette in campo tutte le armi di cui dispone: dalle attività di lobbying a Bruxelles agli investimenti – diretti o indiretti – in casa propria. Venerdì 17 novembre nella capitale è stato presentato un nuovo super laboratorio di ricerca. Si chiamerà Kyutai, parte con una dotazione da trecento milioni di euro e diventerà – viene spiegato – “il primo laboratorio indipendente dedicato alla AI open science”. Per quanto il significato in questo contesto sia estremamente vago, “open” è un termine ricorrente nel dibattito sull’intelligenza artificiale, e un vecchio cavallo di battaglia della politica sulla materia d’Oltralpe. L’ambizione di Kyutai, si legge nella presentazione, è condividere i progressi con l’intero ecosistema della AI (comunità scientifica, sviluppatori, aziende, società in senso largo e decisori politici dei sistemi democratici) e contribuire alla formazione delle future generazioni di esperti del settore”.

Sovranità digitale

Cofondato da Iliad (compagnia telefonica transalpina), Cma Cgm (gruppo francese attivo in logistica e trasporti via terra e mare) e Schmidt Futures (il venture capital dell’ex ad di Google Erich Schmidt), Kyutai è stato presentato nel grande acceleratore parigino Station F, di proprietà del fondatore, azionista di riferimento e presidente di Iliad, Xavier Niel. Tutti sul palco i principali investitori: oltre Niel, lo stesso Schmidt e Rodolphe Saadé (presidente di Cma Cgm).

A testimoniare l’importanza della partita per il governo, un videomessaggio del presidente francese Emmanuelle Macron e il discorso (dal vivo) del ministro per la Transizione digitale, Jean Noel Barrot. Avere modelli di intelligenza artificiale francesi ed europei, ha detto Macron, è “una sfida di sovranità tecnologica”, e la Francia deve “rimanere nel gruppo di testa. Non solo. Che i modelli di intelligenza artificiale “non siano alimentati solo con contenuti di lingua inglese” ha spiegato Macron “è una sfida di civiltà. “Chi costruisce i modelli ha più potere di chi li regola” ha chiosato Barrot. Posizioni che ribadiscono la scelta di sovranità digitale della Francia. Che starebbe conducendo una battaglia a Bruxelles contro l’AI Act ora alle battute finali: troppo stringenti le regole europee, sostiene Parigi, rischiano di affossare l’innovazione. A farsi carico di menare fendenti alla presentazione di Kyutai è stato l’unico straniero, l’americano Schmidt, che, dopo una lunga filippica, ha definito le regole europee sul digitale “weird”, strane. A domanda di Wired Niel, in conferenza stampa, si è detto sostanzialmente d’accordo.

Come sarà il super laboratorio parigino di AI

Kyutai “sarà un laboratorio no profit interamente dedicato alla ricerca open sull’intelligenza artificiale” ha dichiarato ai giornalisti Thomas Reynaud, ad del gruppo  Iliad. Iliad e Cma Cgm hanno messo sul piatto cento milioni a testa. Non sono stata rese note le cifre di Schmidt Ventures. Si cercano, fanno notare i soci, altri investitori, intenzionati a impegnarsi in progetti di lungo termine.

A Kyutai lavorerà una squadra di sei ricercatori di alto livello dotati di competenze trasversali e provenienti dalla crema delle aziende mondiali: non si concentreranno solo sui modelli linguistici, ma anche su altri ambiti come la musica, le immagini, la crittografia, gli algoritmi di compressione. Alexandre Défossez è specializzato nei modelli audio, Edouard Grave in quelli linguistici, Hervé Jégou in computer vision e algoritmi di ricerca, Laurent Mazaré ha un passato in crittografia, Patrick Pérez nella guida autonoma, Neil Zeghidour nel riconoscimento vocale. Quasi tutti hanno trascorsi nei grandi nomi del tech e si sono costruiti un curriculum da scienziati di chiara fama internazionale.

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