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La giornalista egiziana Mirna El Helbawi, per esempio, si è mossa per fare in modo che i civili di Gaza potessero ricevere eSim da attivare sui propri telefoni per collegarsi ai ripetitori localizzati fuori dal territorio. E, allo stesso modo, decine di attivisti hanno condiviso sui social media guide utili per l’uso delle eSim. Ad acquistare le sim digitali, infatti, sono spesso le persone che si trovano nei territori vicini a quelli interessati dal conflitto, che poi si preoccupano di inviare ai civili i qr code che consentono di connettersi a internet in modo pratico e sicuro. “Internet praticamente non è disponibile a Gaza – commenta Hanna Kreitem, consulente senior presso la Internet Society -. L’unico modo è sfruttare l’effetto spillover dei segnali mobili e connettersi alle torri cellulari delle aree vicine, principalmente Israele ed Egitto. Anzi, Israele, perché sul lato egiziano le torri cellulari hanno potenza e capacità limitate”.
L’unico vero problema delle eSim sta nel fatto che è necessario disporre di una connessione internet per cominciare a utilizzarle. Al momento, però, Gaza ne è completamente sprovvista. E questo significa che diventa impossibile non soltanto collegarsi a internet per ricevere notizie dall’esterno, ma anche – anzi, soprattutto – chiedere aiuto in caso di emergenza. Nonostante le eSim si rivelino una soluzione utile, riuscire a utilizzarle per connettersi alla rete non è così semplice come sembra. “Coloro che sono riusciti a connettersi, fanno veramente fatica a trovare un segnale – ha raccontato Marwa Fatafta a Vice -. Devi andare sul tetto o spostarti da una posizione all’altra per poter far sì che la tua Sim riceva qualche segnale debole. E questo, ovviamente, mette in pericolo la vita”.
Eppure moltissimi palestinesi continuano a farci affidamento, nella speranza di poter salvare la propria vita e quella dei propri cari. “In un certo senso è una soluzione – ha dichiarato Fatafta -, ma non è possibile connettere due milioni di persone a Gaza tramite carte eSim”.