Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
La tregua di quattro giorni tra Israele e Hamas è cominciata alle 6 di mattina italiane di venerdì 24 novembre. La prima interruzione dei combattimenti arriva dopo un mese di invasione e circa due mesi di bombardamenti ininterrotti contro la Striscia di Gaza, a seguito degli attacchi di Hamas in Israele dello scorso 7 ottobre. Oltre a consentire l’accesso di aiuti umanitari per i civili palestinesi, ci sarà anche uno scambio di prigionieri e ostaggi.
La tregua è stata negoziata per settimane con la mediazione degli Stati Uniti e, soprattutto, del Qatar, paese in buoni rapporti con entrambe le parti e già protagonista della liberazione dei primi ostaggi israeliani, così come dell’ingresso dei primi aiuti umanitari a Gaza. In base a quanto si apprende dal sito del ministero degli Esteri del paese del Golfo, i primi 13 ostaggi saranno consegnati alle 15, ora italiana, di venerdì. Tuttavia non sono stati forniti dettagli relativi al percorso di consegna.
Hamas e Israele si sono impegnati a rilasciare rispettivamente 50 ostaggi, degli oltre 240 trattenuti a Gaza, e 150 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Si tratterà solo di donne e minori, scelti sulla base di criteri “puramente umanitari”, i cui nomi sono stati scelti e condivisi tra i due schieramenti. Il rilascio avverrà nell’arco di tutti i quattro giorni di tregua e c’è la possibilità che possa venire estesa di un giorno se si troverà un accordo per liberare altri 10 ostaggi.
Secondo il Qatar, i detenuti palestinesi saranno liberati in tempi simili a quelli del rilascio degli ostaggi, ma Israele non ha detto né quando né quanti ne verranno rilasciati giornalmente, né fatto accenno alla possibilità di scambiare altri prigionieri nel caso di un prolungamento della tregua. Il Guardian riporta invece che alcuni camion di aiuti umanitari hanno già cominciato a entrare nella Striscia. Nel frattempo, le Forze di difesa israeliane hanno sottolineato su Twitter che “la guerra non è ancora finita”.
