giovedì, Maggio 22, 2025

Putin, elezioni: come ha sorvegliato il voto in Russia per vincere

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Senza alcuna sorpresa, Vladimir Putin è rimasto al potere in Russia, vincendo per la quinta volta le elezioni presidenziali. I dati diffusi dalla commissione elettorale russa gli attribuiscono l’87% dei voti, con circa il 99,4% delle sezioni scrutinate e un’affluenza altissima superiore al 74%. Il risultato non sorprende perché da anni le elezioni in Russia non sono né libere né democratiche. Il voto si è tenuto all’insegna della repressione sistematica di ogni oppositore e in un clima altamente militarizzato.

I risultati, come riporta l’agenzia stampa russa Tass, rispecchiano gli obiettivi posti dall’amministrazione presidenziale alla vigilia delle elezioni, superando l’80% delle preferenze e il 70% dell’affluenza preventivati. Un record cercato e organizzato dal regime di Mosca che ha impiegato militari all’interno dei seggi elettorali, trasformato automobili in seggi e consentito il voto porta a porta.

Il controllo del voto

Come riportano Doxa e altri media indipendenti russi, l’affluenza è stata monitorata e costruita a tavolino, con i funzionari pubblici e di aziende statali che hanno fatto pressione sui dipendenti affinché andassero al voto portando i familiari e condividessero la loro posizione geografica con i superiori, attraverso un’applicazione apposita. L’obiettivo è di costruire un’immagine di legittimazione popolare alla politica autoritaria e aggressiva dettata dall’ideologia putiniana.

Obiettivo ampiamente raggiunto con il record dell’87% delle preferenze, il 10% in più rispetto alle elezioni del 2018, cioè la vittoria più ampia mai registrata nella storia della Federazione Russa nata a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991. Al voto hanno partecipato anche le regioni ucraine occupate e annesse illegalmente con i finti referendum del 2022 di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, dove Putin ha ricevuto tra l’88% e il 94% dei voti. I risultati più alti sono arrivati dalla Cecenia, la repubblica federale retta dal dittatore Razmand Kadyrov, dove le preferenze per Putin sono state il 98,99% con un’affluenza del 96,5%.

Le proteste

Precedute dalla morte in carcere di Alexei Navalny, il più famoso oppositore di Putin, e dall’esclusione di tutti i candidati indipendenti di opposizione dalla competizione, queste elezioni sono state lo strumento del Cremlino per far credere al mondo che non esiste un malcontento popolare verso le politiche di Putin. Tuttavia, il regime non è riuscito a evitare diversi atti di protesta e contestazione.

Dalle schede nulle con scritti insulti o frasi di contestazione, agli elettori che si sono presentati al seggio travestiti da zar o da Stalin, fino a chi ha dato fuoco alle urne o versato al loro interno l’inchiostro verde chiamato zelyonka, la stessa vernice usata durante le aggressioni agli oppositori politici e di cui è stato vittima anche lo stesso Navalny, molto difficile da lavare dalla pelle e pericolosa se entra a contatto con gli occhi, che gli ha causato la perdita dell’80% della vista dall’occhio destro.

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