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È morto all’età di 76 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro, O.J. Simpson, una delle figure più chiacchierate e controverse nella cultura americana degli ultimi cinquant’anni. Campione di football divenuto attore, è stato al centro di uno dei più complessi casi giudiziari e mediatici degli ultimi decenni, e negli Stati Uniti è davvero un nome non solo estremamente noto ma anche dalla ricezione piuttosto complicata, perché nella sua vicenda s’intrecciano pregiudizi razziali, alti e bassi della fama, le mille sfaccettature della giustizia americana e molto altro. Forse in Italia non è un personaggio altrettanto noto, ma il suo nome in realtà ci è molto più familiare di quanto non possiamo credere.
La carriera
Simpson iniziò la sua carriera giocando football al college, più precisamente nei Trojans, la squadra della University of South California, con la quale ha vinto il prestigioso Heisman Trophy. Mentre ancora al college, ha partecipato alla serie tv Medical Center nel 1969. Proprio quell’anno fu scelto dai Buffalo Bills, per i quali giocherà per ben 11 stagioni, inanellando successi e record e imponendosi come uno dei runner back più forti nella storia del football americano. Dopo una serie di infortuni passò ai San Francisco 49ers, dove giocò le ultime due stagioni della sua carriera nel 1980. Nel frattempo, però, non aveva mai abbandonato la recitazione, comparendo in film e serie come Radici, L’inferno di cristallo e Capricorn One. Ma il ruolo che l’ha reso particolarmente memorabile anche agli occhi del pubblico italiano è quello del detective Nordberg in tutti e tre i film di Una pallottola spuntata, accanto a Leslie Nielsen e Priscilla Presley.