lunedì, Luglio 14, 2025

Kaiju No. 8, perché è l'anime da vedere nel 2024

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Kafka (poteva aspettarselo con un nome del genere!) si trasforma in una creatura mostruosa, il Kamen Rider ibrido della situazione, ottenendo capacità sovrumane grazie alla fusione con un essere spaventoso (vedi anche Chainsaw Man a Parasyte the Grey), affrontando terrificanti creature che si presentano regolarmente per attaccare la città (vedi i film di kaiju e di robottoni, Attack on Titan, Neon Genesis Evangelion e così via), mentre squadre di contenimento governative, paragovernative o provate coesistono (vedi precedenti) come organismo addetto al contenimento degli aggressori. Ciò che contraddistingue Kaiju No.8 è, come anticipato, la presenza di un protagonista adulto e il tono comico di molte situazioni al cui centro si trovano Kafka. Molta l’attenzione è riservata alla quotidianità, specialmente nelle relazioni tra comprimari come Mina, la recluta 18nne Leno Ichikawa e l’abilissima sedicenne Kikoru, ovvero gli “jaeger” della situazione che combattono i Kaiju grazie al supporto di tute e armi forgiate dai corpi dei mostri.

Oltre a un ottimo pedigree, alla simpatia umile del protagonista e al registro nettamente più leggero di titoli analoghi, la serie ha almeno un altro buon motivo per essere guardata: l’immediatamente evidente gusto per l’horror, quello più splatter e disgustoso, elemento inevitabilmente alieno ai classici Kaijū Eiga per famiglie. Debitore dell’americana Pacific Rim (di occidentale ci sono anche le sigle di apertura e chiusura, Abyss e Nobody, formate rispettivamente da Yungblud e OneRepublic), l’anime manifesta quindi uno smaccato compiacimento quando si sofferma – praticamente già dalla prima scena – sugli aspetti più truculenti e disgustosi dell’uccidere e dello smaltire i mostri, tra organi che esplodono, esalazioni mefitiche, sangue e fluidi corporei che si scaricano nelle vie metropolitane come fiumi. A proposito di Kaiju, accanto a quelli più innocui – gigantesche bestie prive di intelligenza – si distinguono altri più pericolosi e minacciosi, senzienti e con sembianze umanoidi come Kaiju No. 9 e 10 (non vi diremo di più per ragioni di spoiler). Questi somministrano alla storia le svolte più appaganti. Il manga di Matsumoto, inizialmente giudicato come uno dei più entusiasmanti e coinvolgenti dell’ultimo lustro, prosegue con qualche perplessità legata allo sviluppo narrativo, ma siamo abbastanza sicuri che la sceneggiatura di Ichirō Ōkouchi saprà porre rimedio, mantenendo a livelli rispettabili la qualità di un ottimo prodotto.

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