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Quando si pianifica una missione nello spazio, uno dei costi principali riguarda i vettori, ovvero i razzi che lanciano le navicelle oltre l’orbita terrestre. Per la maggior parte delle nazioni che possiedono questo tipo di veicoli, è di fondamentale importanza ridurre i costi del carburante per il decollo o, in alternativa, limitare il numero di lanci. La Cina, però, sta lavorando ad una soluzione alternativa che ricorda un po’ la fantascienza vecchio stile alla Jules Verne: sparare un veicolo nello spazio con un cannone.
Nel romanzo del 1865 Dalla Terra alla Luna, Verne descrive un meccanismo per inviare un oggetto sulla Luna. I protagonisti del libro creano un gigantesco cannone chiamato Columbiad e lo caricano con una serie di proiettili. Uno di questi vien scagliato così lontano da orbitare intorno alla Luna. Quasi 50 anni dopo, il pionieristico regista George Méliès adattò la scena nel suo cortometraggio omonimo ispirato al romanzo, in cui un satellite umanoide viene ferito da un proiettile.
L’avveniristico progetto cinese
Il governo cinese ora sta cercando di replicare questa idea con una tecnologia all’avanguardia. Invece di usare la polvere da sparo, come un’arma convenzionale, il lanciatore sperimentale utilizzerà l’elettromagnetismo. Gli scienziati stanno lavorando per costruire un enorme cannone a rotaia in grado di spingere veicoli spaziali di 50 tonnellate a una velocità di Mach 1,6, equivalente a 1957 chilometri all’ora.
Secondo il South China morning post, il piano cinese per risparmiare sul carburante dei razzi spaziali sembra procedere senza intoppi. Il progetto, ribattezzato Tengyun è stato avviato nel 2016 ed è l’unico al mondo nel suo genere. Sebbene sia ancora in fase di sperimentazione, gli esperti stanno già lanciando oggetti su un binario lungo due chilometri raggiungendo la velocità di mille chilometri all’ora.
Come funzionano i cannoni a rotaia
I cannoni elettromagnetici, o railgun, sono sistemi che fantascienza sogna ormai da decenni. Si tratta essenzialmente di catapulte che sfruttano la potenza dei magneti e della corrente elettrica per accelerare i proiettili a velocità supersoniche. Questa tecnologia è stata originariamente studiata per scopi bellici, quindi il suo utilizzo come propulsore per veicoli spaziali rappresenta ancora un territorio inesplorato.
L’idea di utilizzare i cannoni a rotaia ha attirato in realtà diverse nazioni, ma anche le potenze più tecnologiche hanno dovuto rinunciare a causa dei costi elevati e della mancanza di risultati applicabili al contesto quotidiano. Secondo un rapporto di The Defense Post, in 15 anni il Dipartimento della difesa statunitense ha investito 500 milioni di dollari in un progetto per creare un cannone elettromagnetico senza però ottenere risultati soddisfacenti. Nel 2021, l’esercito americano ha messo fine al sogno ed ha rivolto la propria attenzione verso altre sperimentazioni, come gli sciami di droni controllati dall’intelligenza artificiale.
Gli ingegneri cinesi sono convinti che la tecnologia di propulsione elettromagnetica su rotaia sia fattibile e sicura per qualsiasi pilota. I velivoli che sfrutteranno il railgun dovranno comunque utilizzare il carburante, ma la quantità richiesta sarà notevolmente inferiore, soprattutto durante la prima fase di decollo.
Questo articolo è precedentemente apparso su Wired en Espanol