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Israele ha attaccato direttamente l’Iran, bombardando Esfahn e Tabriz, due grandi città situate nel centro e nel nord del paese dove si trovano basi aeree e siti nucleari. Altri attacchi israeliani hanno preso di mira milizie filoiraniane in Iraq e Siria. Ne hanno dato conferma alcuni funzionari statunitensi, rimasti anonimi, parlando con diversi giornali internazionali dopo che i media iraniani hanno riferito la notizia di alcune esplosioni in queste zone. Per ora però, né le Forze di difesa israeliane né il governo di Israele hanno commentato o rivendicato gli attacchi e nemmeno le autorità iraniane hanno dato la responsabilità a Israele.
Cosa si sa finora
In base alle informazioni riportate dal Guardian, gli Stati Uniti hanno detto di essere stati avvertiti dell’attacco dalle autorità israeliane, ma di non averlo sostenuto e di non avervi preso parte. Non ci sono altri dettagli sul tipo di armi impiegate da Israele né rispetto alla portata dell’attacco, ma i media di stato iraniani hanno fatto sapere che diversi droni sarebbero stati abbattuti dai sistemi di difesa aerea del paese sia a Esfahn che a Tabriz. Sembra quindi che non siano stati usati missili e l’Iran ha confermato che non sono stati rilevati danni alle infrastrutture nucleari del paese.
Inizialmente sono stati invece sospesi tutti i voli in arrivo e in partenza dal paese ed evacuato l’aeroporto di Teheran, la capitale. Dopo poche ore però, l’agenzia stampa iraniana Irna ha fatto sapere che sono i collegamenti aerei con Teheran sono stati ripristinati. Il governo iraniano ha cercato di rassicurare la cittadinanza, sostenendo che il paese non stia affrontando una grave minaccia e le Guardie rivoluzionarie islamiche hanno sostenuto che gli attacchi siano stati colpiti con droni molto piccoli.
Le tensioni
Israele, nonostante non si sia ancora assunto la responsabilità dei bombardamenti sull’Iran, aveva ampiamente preannunciato l’attacco, motivato come reazione al lancio di circa 300 tra missili e droni da parte dell’Iran verso Israele, avvenuto lo scorso 13 aprile. L’attacco iraniano era a sua volta avvenuto in ritorsione per l’omicidio di Mohammad Reza Zahedi, generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane, ucciso durante un bombardamento israeliano a Damasco, in Siria.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, aveva esortato il leader israeliano, Benjamin Netanyahu, a non rispondere alla ritorsione iraniana e accontentarsi della vittoria di aver abbattuto quasi tutti i missili e droni nemici, per evitare di innescare un’escalation. Consiglio che sembra rimasto completamente inascoltato e il nuovo attacco contro l’Iran sembra quasi essere una sfida diretta all’influenza statunitense su Israele.