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L’Unione Europea introduce ufficialmente una nuova regolamentazione sul diritto alla riparazione, con l’obiettivo di incoraggiare le persone a riparare i dispositivi rotti e/o malfunzionanti piuttosto che sostituirli. Una delle nuove norme annunciate, infatti, estende di un anno la garanzia di un prodotto che viene riparato quando questa non è ancora scaduta. Anzi, per riuscire a ottenere quello che vuole l’Ue imporrà alle aziende di settore di offrire riparazioni a un prezzo “ragionevole”, in modo che i loro clienti non siano “intenzionalmente scoraggiati” dal far riparare il prodotto. Inoltre, come se non bastasse, la nuova regolamentazione richiederà ai produttori di fornire pezzi di ricambio e strumenti utili alla riparazione, così da renderla decisamente più accessibile.
Ma non è tutto. Le nuove norme introdotte dalla Ue sono dettagliate e precise. Tra le altre cose, infatti, le aziende tech non potranno impedire che le officine indipendenti utilizzino parti stampate in 3D o di seconda mano per le riparazioni. Né potranno rifiutarsi di riparare un dispositivo che in passato è stato già rimesso a posto da soggetti di terze parti. Infine, per aiutare gli utenti a godere a pieno del loro diritto alla riparazione, l’Unione Europea prevede di lanciare una piattaforma che aiuti gli utenti a trovare officine di riparazione, venditori di prodotti e soggetti che acquistano articoli difettosi. Per quanto ben studiate, però, c’è da considerare che queste norme entreranno in vigore solo dopo che saranno approvate dal Consiglio. Da quel momento in poi, i membri della Ue avranno due anni per adottarle come legge.
Come ci si poteva aspettare, l’organizzazione Right To Repair Europe ha accolto la nuova regolamentazione con grande entusiasmo, ma anche con qualche critica. La normativa, infatti, riguarderebbe esclusivamente i prodotti di consumo, escludendo di fatto tutti i beni acquistati dalle imprese. E non aggiungerebbe nulla di più alle regole già esistenti, che richiedono esplicitamente che elettrodomestici e apparecchi elettronici siano riparabili per un periodo di tempo compreso tra i 5 e i 10 anni. “In sostanza, il suo effetto principale sarà quello di aumentare in qualche modo le possibilità che il piccolo numero di prodotti che già dovevano essere riparabili per legge, finiranno effettivamente per essere riparati”, scrive l’organizzazione europea a sostegno del diritto alla riparazione, sottolineando come si tratti comunque di un traguardo importante per gli utenti europei.