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Il regista Jang – che non ha in programma sequel o spinoff – ci ha spiegato come la fase della scrittura per lui includa già l’elaborazione di riprese, messa in scena e visualizzazione degli attori: “mi immagino i volti dei personaggi, ma con un cast americano” ha rivelato. “Per esempio al posto di Choi Min-sik vedo Al Pacino, in quello di Kim Go-eun, Kristen Stewart, in quello di Gang Dong-won di The Priests Shia LaBoeuf”. Secondo Jang i momenti di concitazione e terrore preceduti da altri quasi “noiosi” siano i più efficaci in termini di paura. Il risultato, in Exhuma è, come accennato, un tour de force lievemente estenuante per lo spettatore occidentale. Messo un po’ alla prova da una trama articolata e concettualmente impegnativa, sarà ampiamente ripagato dalla visione di un susseguirsi di sequenze genuinamente impressionanti, a volte totalmente inedite, dispensate da un quartetto di attori mostruosamente bravo. In particolare l’eterea Kim e il veterano Choi, antitetici, colpiscono egualmente per presenza scenica.
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Choi di Old Boy e I Saw the Devil è notoriamente impeccabile in ogni ruolo da trentacinque anni di carriera a questa parte. Kim – anche per chi la conosce e apprezza da tempo – è una sensazionale sorpresa. La sua interpretazione è impeccabile e rende Hwa-rim ancora più magnetica e carismatica. la Kim è, lo conferma il regista, “sempre alla ricerca di ruoli nuovi con cui sperimentare. Più audaci e difficili sono e meglio è”. Vederla danzare e cantare (con una voce sensuale e molto bella) rapita e instancabile mentre esegue il rituale è suggestivo quanto seguire la macchina da presa mentre si avvicina pericolosamente alla bara che imprigiona un male antico e oscuro. Assieme a Goksung – The Wailing, Exhuma è l’horror folkloristico più rilevante degli ultimi dieci anni.
