lunedì, Dicembre 2, 2024

La maxitruffa degli abiti firmati in arrivo dalla Cina

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Più di 800.000 persone, in Europa e negli Stati Uniti, sono cadute vittime di una maxitruffa orchestrata da criminali cinesi. A rivelarlo è un’inchiesta condotta dalle testate Guardian, Die Zeit e Le Monde, che insieme hanno portato alla luce un gigantesco network di 76.000 siti web falsi, progettati per truffare gli utenti. Pubblicati in decine di lingue diverse tra loro – dall’inglese al tedesco, dal francese allo spagnolo, dall’italiano allo svedese -, questi siti funzionavano come veri e propri specchietti per le allodole. Proponendo a prezzi scontati abiti firmati e prodotti di marchi di lusso come Dior, Versace e Prada, attiravano le povere vittime convincendole a lasciare le proprie informazioni sensibili, inclusi i dati delle carte di credito.

Una truffa perfettamente organizzata, se consideriamo che i primi siti falsi sono comparsi in rete nell’ormai lontano 2015, e che negli ultimi tre anni il network di finti shop online ha raccolto oltre 1 milione di ordini. Nel complesso, stando a quanto riportato dall’indagine, la maxitruffa ha permesso ai criminali di guadagnare fino a 50 milioni di euro. Questo perché l’intero network di negozi falsi è stato costruito alla perfezione anche da un punto di vista tecnico e organizzativo: “Il team principale è responsabile dello sviluppo del software, dell’implementazione dei backend e del supporto al funzionamento della rete – ha dichiarato Matthias Marx, consulente di SR Labs, che ha descritto il modello come “simile a un franchising” – Gli affiliati gestiscono le operazioni quotidiane dei negozi fraudolenti”.

Ma non sembrano essere solo i soldi a preoccupare le vittime cadute nella trappola cinese. Migliaia di persone, infatti, hanno lasciato sui siti i propri dati personali, mettendoli di fatto nelle mani dei criminali: nomi, numeri di telefono, indirizzi di residenza, e dati delle carte di credito e di debito – incluso il numero di sicurezza a tre cifre -. Una fuga di informazioni alquanto preoccupante per la privacy e la sicurezza, considerando che potrebbe rendere “i consumatori più suscettibili ai tentativi di phishing”, come ha dichiarato Katherine Hart, membro del Chartered Trading Standards Institute, che ha definito l’intera operazione degli abiti firmati “una delle più grandi truffe online di negozi falsi che abbia mai visto“.

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